Morìa del kiwi, cancellati oltre tremila ettari

Lazio in emergenza. Procacci (Zeoli Fruit): il ministro Bellanova intervenga

Morìa del kiwi, cancellati oltre tremila ettari
Estate pesante, per non dire pesantissima, per i produttori di kiwi dell’Agro Pontino (Lazio) alle prese con la dilagante ed inattesa espansione della morìa. “Negli ultimi mesi la nostra provincia di Latina, prima zona di coltivazione d’Italia, ha perso più di tremila ettari di actinidieti sani a causa di questo fenomeno tuttora inspiegabile per la scienza, ma presente in tutti gli areali nazionali e anche in Spagna”, testimonia a Italiafruit News Gianni Procacci, tecnico dell’Op Zeoli Fruit di Cisterna di Latina, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di kiwi a livello sia nazionale che internazionale. 

Si tratta purtroppo di un bilancio provvisorio in costante peggioramento, al quale “si devono aggiungere altri 600-800 ettari di kiwi che i produttori dell’Agro Pontino hanno dovuto tagliare nel 2019, dopo i primi casi di morìa segnalati tre anni fa”. 

E’ realisticamente ipotizzabile, come osserva Procacci, che “quest’anno la malattia abbia già colpito almeno il 20% delle superfici coltivate a kiwi della Regione Lazio. La situazione peggiore si registra nel triangolo tra Cisterna di Latina, Campoverde ed Aprilia, caratterizzato da terreni sciolti di medio impasto e di origine vulcanica, dove intere aziende agricole sono al collasso. Il fenomeno è comunque evidente anche negli impianti posti su terreni argillosi, ma in questo caso si sta manifestando con una velocità di propagazione più lenta”.




“Fino a quando il clima sarà caldo, la conta dei danni è destinata a salire - prosegue - Noi tecnici lo vediamo in campo tutti i giorni: piante di kiwi che danno ottimi segnali di vita, avvizziscono da un giorno all’altro. Tutte le varietà sono interessate, anche cultivar di recente introduzione, come la G3 della Zespri, stanno subendo variazioni importanti dell’ettaraggio”.

“Ai produttori che stanno riscontrando la morìa suggerisco di chiudere l’acqua, estirpare l’impianto e di lasciar riposare almeno per un anno il terreno, lasciandogli prendere il maggior sole possibile”.

Il potenziale produttivo del kiwi laziale, fra le altre cose, era già previsto in contrazione del 25-30% rispetto allo storico per le condizioni climatiche sfavorevoli dell’annata. Nella prossima campagna si assisterà quindi a un rilevante calo dei volumi raccolti. “Fino a qualche anno fa, la provincia di Latina produceva circa due milioni di quintali di kiwi. Le quantità sono destinate a scendere vertiginosamente nelle prossime annate come è già accaduto in Veneto e Piemonte”. 



“Ad oggi è difficilissimo prevedere le effettive produzioni per il 2020/21 e per le campagne successive - aggiunge il tecnico della Zeoli Fruit - Navighiamo a vista e siamo sconsolati, in quanto non sappiamo come poter intervenire per fermare la morìa. Faccio un esempio: uno dei nostri conferitori ci aveva sempre consegnato tremila quintali, quest’anno se ci garantirà 500 quintali sarà una fortuna. I prezzi di mercato non potranno mai compensare le perdite di produzione. L’intero indotto del kiwi di Latina rischia quindi di entrare in una crisi lunga e profonda. E il problema sta anche nella mancanza di alternative colturali: il Lazio non è come il Nord Italia, dove a causa della morìa sono stati piantati meleti o altre specie frutticole”.

Cosa bisognerebbe fare? “La questione è nazionale. Il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova deve immediatamente attivarsi a livello istituzionale per creare una Commissione tecnica ministeriale composta dalle migliori Università e Centri di ricerca italiani, al fine di poter identificare possibili cause e soluzioni in tempi brevi. Al tempo stesso, poi, occorre sostenere subito il reddito dei produttori colpiti e in particolare di quelli che negli ultimi anni hanno contratto mutui per piantare nuovi actinidieti”.

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