«Spesa più cara, ma agli agricoltori vanno le briciole»

«Spesa più cara, ma agli agricoltori vanno le briciole»
“Il carrello della spesa è sempre più caro, ma agli agricoltori vanno le briciole”. Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, commenta così gli ultimi dati Istat: il costo della spesa è aumentato del 2,8% a maggio 2020 in confronto allo stesso mese del 2019, e del 2,7% a giugno 2020, ma i prezzi all’origine sono diminuiti rispettivamente del 3,5% e dell’1,7% nello stesso periodo. 

“Aumentano i prezzi dei prodotti alimentari al consumatore, ma diminuiscono quelli pagati agli agricoltori: la forbice incide pesantemente sulle tasche degli italiani e sul  settore primario – sottolinea Barbetta - Negli ultimi mesi, anche sull’onda della pandemia e della chiusura del canale Horeca, i prezzi nelle campagne sono stati sempre più compressi. Pensiamo al latte, che oggi viene pagato 32 centesimi ai produttori quando l’anno scorso ci veniva remunerato 40 centesimi al litro. Oppure l’ortofrutta, che ha subito un vero e proprio tonfo: le zucchine, i meloni e i cetrioli hanno subito un crollo rispetto al 2019 del 50%, le insalate, le melanzane e i fagiolini del 40%  e i peperoni del 15%. Angurie, cetrioli, insalate, melanzana, zucchine vengono pagate 20 centesimi al chilo quando il costo sostenuto dai produttori, a seconda della coltura, varia tra i 50 centesimi e 1,5 euro al chilo. Ma mentre gli agricoltori vengono pagati sempre meno, le filiere alimentari hanno aumentato i costi per il consumatore rispetto allo scorso anno, con un incremento continuo delle quotazioni che è rallentato soltanto negli ultimi due mesi. C’è qualcosa che non quadra in tutto questo”.

Il settore primario italiano assicura alta qualità e sicurezza alimentare. E’ indispensabile, quindi, trovare un equilibrio che riconosca la giusta remunerazione al lavoro degli agricoltori e garantisca il giusto prezzo ai consumatori che scelgono la qualità italiana. “Le imprese agricole sono sempre più penalizzate in termini di redditività - rimarca Barbetta - Altrettanto preoccupanti sono poi alcune promozioni dei giorni scorsi, proposte da supermercati discount, come quella di Eurospin che ha messo in vendita le angurie a un centesimo al chilogrammo. Un danno economico e di immagine al comparto agricolo, che fatica a chiudere i bilanci. Tutto questo mentre i nostri agricoltori padovani stanno lasciando nei campi patate e zucchine perché non è conveniente raccoglierli se sono pagati una miseria, mentre la grande distribuzione acquista a basso costo l’ortofrutta da altri Paesi senza la freschezza e le garanzie sanitarie garantite dal nostro made in Italy”.

Fonte: Confagricoltura Padova