«Pomodoro, bilancio in rosso. Ma non tutto è perduto»

L'Agricola Faccio Stefano li produce in serra e fornisce i Mercati: «Da metà giugno è un disastro»

«Pomodoro, bilancio in rosso. Ma non tutto è perduto»
Coltiva pomodori su circa quattro ettari in provincia di Verona (esattamente a Salizzole) l’azienda Agricola Faccio Stefano. Il bilancio, per l'ortaggio, è in rosso ma potrebbe esserci qualche spiraglio: "La produzione è abbondante e i prezzi bassi, esattamente l'opposto di quanto avvenuto la scorsa stagione, quando i volumi erano scarsi e i listini elevati", commenta l'imprenditore veneto. "Nel periodo del lockdonw il mercato è stato abbastanza positivo, poi da metà giugno la situazione è precipitata. Ora i segnali sono contrastanti, c'è forte instabilità. Auspico una ripresa dalla seconda parte di agosto anche se i consumi sono in calo; a soffrire, con la produzione c'è anche la distribuzione moderna".



L'azienda agricola si avvale di serre avveniristiche e coltiva varie tipologie, dal cuore di bue, all'insalataro tondo liscio, dai pomodoro rosa al grappolo, fino al San Marzano verde e rosso. "La campagna commerciale iniziata ai primi di maggio si protrarrà sino a fine ottobre, in azienda ci aspettiamo una produzione complessiva di cinquemila quintali circa", aggiunge Faccio, che fornisce i mercati all'ingrosso di Verona, Padova, Bergamo e Bologna. Dove i listini sono impietosi: poche decine di centesimi, quasi sempre sotto l'euro il chilo, per uno degli ortaggi simbolo del Made in Italy, alle prese con una crisi cocente.



"Pesano, sul settore, le conseguenze dell'offerta abbondante in tutta Europa, lo stop e la ripresa a singhiozzo dell'Horeca, le mense scolastiche ferme, la carenza di turisti", conclude Faccio, presente sul mercato anche con un brand, La Cavazza. "Siamo comunque riusciti a collocare il grosso della produzione senza dover gettare nulla. Ci auguriamo che la seconda parte dell'estate consenta, quanto meno di far tornare i conti, senza perdite".

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