Mai così poche drupacee: i dati aggiornati

Bruni (Cso): record negativo per le albicocche, crollo verticale per le pesche

Mai così poche drupacee: i dati aggiornati
"Piove sul bagnato: il coronavirus ha ridotto la disponibilità di manodopera, difficile da reperire in molte aree del Paese, poi le gelate primaverili hanno messo in ginocchio il settore delle drupacee. E non dimentichiamo la cimice asiatica e le altre problematiche in campo". Lo ha detto Paolo Bruni, presidente di Cso Italy, intervenendo al webinar sulla filiera organizzato da Italmercati. Bruni ha poi snocciolato gli ultimi dati sulle albicocche, la cui disponibilità è particolarmente esigua: "La produzione è in calo del 56%, il dato in volumi, pari a 136mila tonnellate, non era così basso dal 2003, quando però le superfici dedicate erano molto più contenute". 

In forte calo anche pesche e nettarine: "Parliamo di 874mila tonnellate, con una flessione del 30% sul 2019, la produzione più bassa degli ultimi 20 anni, con l'Emilia Romagna che fa segnare il -80%". Segni meno perentori che non hanno eguali nel resto d'Europa. Mentre i costi di produzione continuano a lievitare. 



La situazione per i frutticoltori italiani è critica e "l'eventuale aumento di prezzi dovuto alla legge domanda e dell'offerta e non certo a fenomeni speculartivi - ha aggiunto Bruni - non compenserà in alcun modo un calo produttivo di questa portata". Per quanto riguarda le colture autunno-invernali, Cso prevede che per la pera non ci sarà una completa ripresa del robusto calo produttivo dell’anno scorso.

Ma c'è anche qualche elemento positivo: "le difficoltà di trasporto e logistica registrate nel periodo clou della pandemia - ha puntualizzato il presidente di Cso Italy - sembrano superate e l'analisi dell'export del primo trimestre fa segnare un più 7%. Abbiamo comunque bisogno di aumentare in modo rilevante vendite all'estero per dare competitività al settore".

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