I florovivaisti chiedono lo stop ai contributi

I florovivaisti chiedono lo stop ai contributi
Il settore florovivaistico italiano, tra i più colpiti dall’emergenza Coronavirus, è ancora in attesa di risposte concrete a distanza di settimane dall’ultimo incontro al Mipaaf. Servono aiuti economici per far fronte alle perdite subite, ma nel frattempo si provveda, almeno, all’annullamento per un anno dei contribuiti previdenziali. Questo il nuovo appello dell’Associazione Florovivaisti Italiani che torna a farsi sentire, dopo la giornata dell’agricoltura agli Stati Generali sull’economia, convocati dal premier Conte.

Florovivaisti Italiani si guarda intorno e non può che rilevare come, ancora una volta, altri Paesi europei stiano facendo per il settore, meglio dell’Italia. In Olanda, ma anche in Germania e da poco anche in Francia, sono state, infatti, approntate misure importanti a sostegno dei produttori e consentiranno un vantaggio significativo per il mantenimento delle quote di mercato in Ue.

In un quadro ancora così complicato, aggiunge l’Associazione, l’unica certezza è il fondo da 500 milioni stabilito dal Dl Rilancio per le filiere in crisi. Tra queste, c’è chiaramente anche quella delle piante e dei fiori, ma per le imprese florovivaistiche, con il tempo che passa e le difficoltà che aumentano, ciò finisce per perdere consistenza. Servono misure specifiche, ma non si conoscono, ancora, quelle che verranno realmente introdotte.  

In bilico, ricorda Florovivaisti Italiani, ci sono 24 mila aziende che, con 2,5 miliardi di fatturato, rappresentano il 5% della produzione agricola nazionale. Per via della crisi dovuta alla pandemia, hanno perso fino al 100%.

Dunque, per sopperire alle prime e, sempre più urgenti, necessità delle aziende floricole che hanno bisogno di liquidità immediata, sarebbe quantomeno di sollievo l’annullamento per un anno, dei contributi previdenziali.

“Tale intervento - commenta il presidente nazionale di Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto - in assenza di quelle misure più strutturate che tardano ad arrivare, non solo potrebbe mostrare nei fatti, alle imprese del settore, un primo aiuto concreto, ma avrebbe il valore di un’azione mirata a una reale ripartenza. Sarebbe, quindi, di sostegno alla riprogrammazione di attività e investimenti di medio e lungo periodo. Dobbiamo pensare e augurarci che una nuova primavera per questo Paese, arriverà presto”.

Fonte: Ufficio stampa Florovivaisti Italiani