Cimice asiatica, arrivano i rinforzi

Nel Nord parte la lotta biologica con T. japonicus e Anastatus: le ultime

Cimice asiatica, arrivano i rinforzi
Finalmente si parte. Dopo anni e anni di valutazioni politiche e studi scientifici, da stamani le prime vespe samurai saranno “lanciate” nel nord Italia. Un avvenimento storico per il nostro Paese: è la prima volta, nella storia della Repubblica Italiana, che lo Stato si fa completo carico di un programma di lotta biologica per debellare un insetto alieno. Stiamo parlando naturalmente della cimice asiatica (Halyomorpha halys), il killer dell'ortofrutta mondiale che si nutre di più di 300 specie vegetali. Bastano due sole “asiatiche”, un maschio e una femmina, per generare un esercito di un miliardo di individui in tre anni. Ed è più o meno quello che è successo in Italia, dopo che questa specie aliena, nel 2012, si è insediata nel nostro territorio. Ormai è una sfida impossibile distruggerla, ce ne sono troppe. Ma attraverso la vespa samurai, che nei paesi d’origine dell'asiatica è in grado di controllarla naturalmente, si tenterà di creare in tre anni un nuovo equilibrio ecologico che possa limitare la crescita esponenziale delle sue popolazioni e la loro dannosità. Da questa sfida passa buona parte del futuro del settore ortofrutticolo.

Chi è la vespa samurai 
La vespa samurai, conosciuta con il nome scientifico di Trissolcus japonicus, è un parassita minuscolo, lungo non più di due millimetri e totalmente innocuo sia per l’uomo che per gli animali, comprese le api: non punge per difendersi, non costruisce nidi e non produce sciami. È stato scelto dal Crea Dc, dopo due anni di attenti studi, perché è un parassitoide specializzato nel rintracciare e devitalizzare esclusivamente uova di cimici e mostra una spiccata preferenza per quelle dell’asiatica. È dunque iperselettivo e non si distrae a "seguire" altri insetti, come invece può accadere con altri antagonisti dello stesso fitofago. 

Il programma dei lanci
All’interno di tubi di cartone biodegradabili le piccole vespe samurai verranno ora rilasciate in più di 600 siti del nord Italia, in particolare in aree rifugio come boschi, siepi e corridoi ecologici dove la cimice asiatica svolge buona parte del suo ciclo e trova le condizioni ideali per riprodursi. Trecento di questi siti sono in Emilia-Romagna, 106 in Veneto, 100 in Piemonte, 50 in Friuli-Venezia Giulia, 25 in Lombardia, 40 a Trento.



Il programma prevede due momenti di lancio: il primo questa settimana, periodo in cui è previsto il primo picco di ovodeposizione della cimice asiatica, e il secondo tra circa 20 giorni. Per ogni punto di rilascio e data di intervento, i servizi fitosanitari dovranno provvedere a liberare 100 femmine di vespe samurai (fino a un massimo di 500 per casi eccezionalmente gravi) con presenza di almeno un ulteriore 10% di maschi. 

Vog e Vip investono nell’Anastatus bifasciatus 
Nella provincia di Bolzano, dove la cimice asiatica è arrivata nel 2016, gli importanti consorzi melicoli Vog e Vip si apprestano invece a valutare a proprie spese il comportamento nell’ambiente di un altro nemico dell’asiatica: Anastatus bifasciatus, insetto autoctono che esiste da sempre sul territorio italiano. Al progetto collaborano il Consorzio Mela Alto Adige, il Gruppo di lavoro per la frutticoltura integrata (Agrios), il Centro di consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige e il Centro di sperimentazione Laimburg.

Per ora l’imenottero è stato rilasciato a Nalles mercoledì 10 giugno, ma nelle prossime cinque o sei settimane si procederà anche in altre località altoatesine con elevata presenza di cimice asiatica, come Caldaro, Laives, Lana e Naturno. “L’inizio di questa nuova e pionieristica sperimentazione è molto importante per la melicoltura altoatesina e confidiamo che, dopo questa prima fase, possano esserci riscontri incoraggianti. Contrastare questo vero e proprio flagello rappresentato dalla cimice asiatica in modo completamente sostenibile per il nostro ambiente, con un insetto autoctono, sarebbe una grande conquista”, dichiara Walter Pardatscher, direttore generale del Consorzio Vog.



L'Anastatus bifasciatus è stato allevato in maniera intensiva nei mesi scorsi nei laboratori della ditta Bioplanet di Cesena ed ora, all’interno di diversi flaconi (foto soprastante) contenenti ciascuno 250 di questi insetti, molto simili a delle formichine, è stato rilasciato in modo mirato. “Essersi indirizzati verso una lotta naturale al parassita e con l’allevamento di insetti autoctoni rappresenta una scelta eco-friendly che sosteniamo e nei confronti della quale nutriamo grandi speranze - sottolinea Martin Pinzger, direttore generale di Vip - Da una parte questa sperimentazione prosegue sulla strada di un approccio sostenibile già ampiamente praticato in Alto Adige, dall’altra cerca strade alternative che speriamo possano dare al più presto risultati positivi nella lotta contro la cimice asiatica, il cui potenziale nocivo per i meleti è molto preoccupante”.

C’è tempo fino al 18 luglio per presentare la domanda di indennizzo sui danni del 2019 
Se lo Stato, col piano di lotta biologica, ha dato dimostrazione di essere vicino alle aziende agricole, questo non si può dire altrettanto per gli aiuti economici a copertura dei danni causati dall’asiatica nel 2019. Per l'anno in corso, infatti, il governo ha messo a disposizione solo 40 milioni di euro per gli agricoltori colpiti di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte che hanno subito un danno alla produzione vegetale superiore al 30% della produzione lorda vendibile rispetto alla Plv media dei tre o cinque anni precedenti, escludendo il valore più basso e quello più alto. Briciole rispetto ai 740 milioni di euro di danni calcolati dalla Coldiretti, dei quali 350 milioni di euro solo per le produzioni di pere, pesche e nettarine (Fonte Cso Italy). 

L’intervento previsto consiste in un contributo in conto capitale che può arrivare fino all’80% del danno accertato, sempre che le risorse disponibili siano sufficienti. Il metodo di calcolo non convince inoltre addetti ai lavori ed associazioni agricole, in quanto sfavorisce le aziende miste che puntano su più colture (clicca qui per leggere l’intervista con l’imprenditore bolognese Roberto Tusarelli). Ad ogni modo, le domande di indennizzo possono essere presentate online entro il prossimo 18 luglio.
 
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