Uva da tavola, nasce la Commissione italiana

Ecco gli obiettivi del nuovo organismo a servizio del comparto

Uva da tavola, nasce la Commissione italiana
Se dalle istituzioni non arriva la risposta che ti aspetti, non resta altro che rimboccarti le maniche e provare a costruire quel luogo di confronto dove trovare informazioni e servizi utili al tuo lavoro. E quando l'interesse non è quello di un singolo, ma di un intero comparto, il progetto non può che essere stimolante. E' con questi presupposti che nelle scorse settimane è nata la Commissione Italiana Uva da tavola. "Vogliamo creare un luogo di discussione, ma che sia operativo, capace di parlare all'intera filiera - spiega a Italiafruit News Donato Fanelli, uno dei promotori della Commissione nonché produttore e coordinatore del Comitato Uva da tavola di Ortofrutta Italia - Non c'è nessuna logica di movimentismo, ma la volontà di avere gli strumenti per analizzare i contesti e le criticità entro cui l'uva da tavola si muove. E lo vogliamo fare dalla barbatella allo scaffale".



La nuova Commissione vuole creare collegamenti laddove mancano, promuovendo nuove relazioni tra breeder e produttori, sistema tecnico e commerciale. Con l'obiettivo finale, osserva Fanelli, che deve essere lo stesso: soddisfare il consumatore. L'idea di questo organismo era maturata alla fine della scorsa campagna, un gruppo di operatori ha iniziato a lavorarci, poi Covid-19 ha rallentato un po' i lavori ma il progetto si è concretizzato e tra fine mese e l'inizio del prossimo ci sarà anche una presentazione formale.

"Stanno aderendo molte aziende - prosegue Fanelli - convinte dal piano di lavoro che ci siamo dati. Vogliamo accelerare alcuni processi di ricerca, di innovazione colturale e di miglioramento delle tecniche produttive. E poi vogliamo dare nuovi servizi al comparto: un catasto produttivo del sistema uva, promuovere nuove tecniche per il post raccolta, supportare le attività di ricerca, offrire convenzioni con assicurazioni e banche... Insomma un pacchetto di servizi orientati al comparto dell’uva da tavola".



L'iniziativa parte dalla Puglia ma ha già avviato contatti con la Sicilia, così come con gli organismi istituzionali e le associazioni dei produttori. Un rapporto particolare ci sarà con il Comitato Uva da Tavola dell'Organizzazione interprofessionale, per collaborare sul fronte della promozione del consumo di uva da tavola.

"Siamo imprenditori che vogliono dare un contributo fuori dalle proprie aziende per il futuro del comparto - conclude Fanelli - Chiunque faccia parte del comparto dell’uva da tavola può diventare socio della Commissione e può scrivere a info@commissioneuvadatavola.it".
 
Il progetto mira anche a costituire in Puglia il Distretto Produttivo dell’Uva da Tavola, indirizzandone poi le attività.

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