Albicocche, si prevedono perdite milionarie

Dalla produzione all'indotto, tutti i contraccolpi di gelate e inverno mite

Albicocche, si prevedono perdite milionarie
L’Italia si sta preparando a subire un devastante contraccolpo produttivo, economico e sociale collegato alla mancanza di drupacee da raccogliere. Secondo le previsioni produttive presentate dal Cso Italy al comitato Europêch (clicca qui per leggere l’articolo di ieri), infatti, il nostro Paese prevede di gestire circa 100mila tonnellate di albicocche in meno rispetto ad annate caratterizzate da volumi nella norma (circa 230mila ton). 

Il calo, causato dal mix tra alternanza produttiva, inverno mite e gelate tardive, sarà particolarmente marcato in Emilia-Romagna - prima regione produttrice di albicocche in Europa - che dovrebbe perdere almeno 60mila tonnellate rispetto a una campagna di produzione normale. 

Il crollo dell’offerta andrà inevitabilmente a determinare non solo un netto calo dei fatturati delle aziende agricole gravemente interessate dalle perdite produttive, ma anche un decisa riduzione del lavoro nei campi, senza contare poi le ripercussioni sulla manodopera nei magazzini di lavorazione e confezionamento e sull’attività delle imprese che fanno parte dell’intero indotto, da quelle che producono mezzi tecnici come diserbanti e agrofarmaci a quelle che realizzano packaging.



Secondo le nostre stime, dal punto di vista della produzione lorda vendibile, la contrazione di quasi 100mila tonnellate di albicocche preventivate dall’Italia può equivalere ad accumulare un gap economico compreso tra 50 e 55 milioni di euro (30-35 milioni solo in Emilia-Romagna), considerando come base di riferimento i prezzi medi all’origine delle annate più recenti che abbiamo reperito dall’Ismea.  

C’è da dire, poi, che ogni ettaro di albicocche impone circa 500 ore di lavoro l’anno nei campi, delle quali oltre il 60% sono destinate alla raccolta e al diradamento. Si può dunque già prevedere uno scenario da profondo rosso per la manodopera agricola, in particolare in Emilia-Romagna dove si concentrano circa 5.000 ettari sui 21mila coltivati nel nostro Paese. Stiamo parlando infatti di almeno 1,35 milioni di ore di lavoro che, rispetto al 2019, si perderanno soltanto nei frutteti di albicocche emiliano-romagnoli, corrispondenti a circa 168mila giornate lavorative.

Il contraccolpo (economico e sociale) che quest'anno subirà la filiera frutticola nazionale sarà comunque molto più grave, viste le perdite produttive consistenti che si annunciano anche per pesche, nettarine, susine e ciliegie in tutta la Penisola.

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli

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