Fine aprile tra alti e bassi nei Mercati

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Fine aprile tra alti e bassi nei Mercati
Si conclude l’ultima settimana di aprile, e come ogni fine mese, nei mercati all’ingrosso si sono viste più ombre che luci, anche se non mancano le eccezioni (fragola docet). E' questo, in sintesi, ciò che emerge dall’analisi “Quick Service” del Monitor Ortofrutta di Agroter (clicca qui per maggiori informazioni) che ha approfondito i trend della settimana in corso interpellando i referenti di 10 fra i principali mercati ortofrutticoli italiani: Bologna, Brescia, Bergamo, Fondi, Milano, Padova, Roma, Torino, Vittoria e Verona. Per dettagli ulteriori sul servizio Quick Service clicca qui.

Il quadro generale
Nei mercati all’ingrosso si sta vivendo una fase di cambio di stagione, con il passaggio graduale dalle referenze invernali a quelle tipicamente estive. Pertanto, come ogni fase transitoria, il mercato è ancora in fase di assestamento soprattutto per le referenze estive, come le drupacee e i meloni. Inoltre, la settimana cade fra due festività, e per gli operatori è ancora più complicato prevedere le richieste della clientela. Questo determina un andamento estremamente altalenante da una seduta all’altra, anche se in linea di massima si percepisce una certa calma nelle contrattazioni con prezzi in calo soprattutto fra gli ortaggi

La fragola è senza dubbio l’eccezione che conferma la regola, con prezzi in ascesa a causa di un calo improvviso dell’offerta, in particolare dalle regioni del Sud Italia. Viceversa, si trova in difficoltà l’asparago con quotazioni estremamente basse soprattutto per il prodotto di scarsa pezzatura. Infine, prosegue il periodo d’oro per il peperone, con valori ancora molto interessanti che dovrebbero diminuire nelle prossime sedute a seguito di un aumento dei volumi importati dall’estero.



La situazione in Lombardia e Piemonte
All’ortomercato di Milano, Luigi Catalano, manager director di Gala Fruit analizza per Italiafruit News i trend in atto nella piazza meneghina: “Questa settimana si è percepito un rallentamento generale delle contrattazioni. Le spiegazioni potrebbero essere molteplici. Intanto, verso fine mese si è sempre assistito ad una contrazione delle vendite, anche se in questo caso è più è probabile che la capacità di acquisto delle famiglie stia progressivamente calando a causa delle misure imposte con il lockdown. Di certo il mercato è schizofrenico, di difficile interpretazione a causa della doppia festività che cambia le abitudini di acquisto dei clienti, e di un meteo instabile che condiziona parecchio le referenze estive”.

“Per esempio – prosegue Catalano – questa settimana ho constatato un aumento, del tutto imprevisto, nella domanda di pere Abate d’importazione sudafricana. Anche la fragola, che si ipotizzava in calo è al contrario in forte aumento, mentre gli asparagi sono in difficoltà perché manca quella fascia di clientela in grado di collocare il prodotto di primo prezzo, che invece si riversa nei mercati causando tensione nelle quotazioni”.



Anche a Bergamo si conferma un trend in calo, soprattutto se paragonato al periodo pasquale: “Si sta assistendo ad una stabilizzazione dei volumi movimentati – illustra Andrea Chiodi, direttore del Mercato ortofrutticolo – con prezzi abbastanza in linea con la media del periodo soprattutto per quanto riguarda le orticole. I broccoletti per esempio, si posizionano a 1,80 €/kg, dopo che nelle scorse settimane si superava senza problemi i 3 euro il chilo; le zucchine oscillano fra 0,80-1 €/kg, mentre i peperoni italiani ottengono prezzi ancora alti, prossimi ai 3 euro, anche se è in aumento la concorrenza del prodotto olandese. Per quanto riguarda le drupacee, sono in netto aumento i volumi importati dalla Spagna. In particolare, nella nostra piazza sono molto apprezzate le nettarine che spuntano prezzi superiori rispetto alle pesche: una nettarina calibro 30 frutti è venduta a 2-2,50 euro il chilo, che è la stessa quotazione di una pesca di calibro 24. Le albicocche invece, sempre di origine spagnola mostrano una forbice abbastanza ampia, fra 3,50-5 euro il chilo, che dipende soprattutto dalla qualità della partita. Infine, nelle ultime sedute si è assistito a un vero e proprio assalto alle fragole, con le quotazioni che sono schizzate da un giorno all’altro”.

Proprio per quanto riguarda le fragole, Federico Fapanni, venditore di Ortobergamo, spiega ad Italiafruit il motivo di questo improvviso aumento che si riscontra in tutti i mercati da Nord a Sud: “gli impianti del sud Italia, Basilicata in particolare, sono in una fase di calo produttivo che si protrarrà da qui fino a fine campagna. Allo stesso tempo, le produzioni del Nord Italia sono vendute molto bene all’estero, dove si registra una forte richiesta. Morale della favola, domani (oggi per chi legge, ndr) avrò a disposizione poco più di 100 colli di fragole, quando i miei clienti me ne hanno ordinato oltre 600. Questa situazione provocherà un inevitabile aumento dei prezzi, soprattutto per le varietà più pregiate come Rossetta e Candonga, che sono di gran lunga le più richieste dal mercato”.



Federico Fapanni

Spostandoci a Brescia, il grossista Stefano Vaccari della ditta Eurorinascia è in linea coi colleghi lombardi: “è stata una settimana tutto sommato discreta, non ci possiamo lamentare. Alcuni articoli sono in costante aumento come le fragole, collocate fra 4 euro il chilo per il prodotto veronese e 5-6 euro il chilo per la Candonda della Basilicata. Al contrario si osserva un tracollo degli asparagi, con prezzi che non superano 3 euro il chilo per il prodotto di alta qualità, mentre l’asparagina si colloca poco sopra l’euro il chilo. Per le pesche e nettarine mi sarei aspettato un mercato più vivace, ma d’altro canto alcune partite non sono all’altezza. Infine, da notare una tenuta del mercato dell’ananas, nonostante la chiusura dell’Horeca, con quotazioni sopra l’euro il chilo”.



Al Caat di Torino, nonostante l’inizio settimana “movimentato” caratterizzato dalle proteste per il cambio d’orario proposto dall’ente gestore, le contrattazioni sono proseguite regolarmente. “Per quanto riguarda gli ortaggi, si è notato un calo generalizzato dei prezzi – afferma Franco Voglino titolare della ditta Italfrutta Srl – in particolare, tutte le tipologie di pomodoro provenienti dalla Sicilia, sono in calo, a parte il cuore di bue, varietà molto richiesta nel nostro mercato, a patto che sia di alta qualità. Stesso trend per melanzane, vendute poco sotto l’euro il chilo, così come non si attenua la crisi delle verdure a foglia, fra le categorie più in difficoltà da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus. Al contrario si spuntano quotazioni interessanti per il finocchio, grazie ad un perfetto equilibrio fra domanda ed offerta”.

Il punto dal Nord 
Andrea Saturnini grossista di Veronamercato, esamina le tendenze in atto nella piazza scaligera: “nel complesso è stata una settimana abbastanza positiva, abbiamo recuperato sia con la Gdo sia soprattutto con fruttivendoli e grossisti, manca però il canale Horeca che nel nostro territorio ha un ruolo rilevante anche per l’importanza del turismo nel Veronese ma anche nel Trentino Alto Adige che serviamo regolarmente. Per questo motivo sono entrate in crisi alcune tipologie di pomodoro così come limoni, lime, alcune tipologie di insalate. Per motivi logistici abbiamo problemi con i Paesi dell’Est Europa, dove si registrano contrazioni importanti, un po’ meno in Germania. Le aziende che servono principalmente l’Horeca e l’estero registrano cali pesanti, le altre vanno meglio”.
“Infine – conclude Saturnini – vorrei sottolineare l’importante sforzo svolto da VeronaMercato per garantire servizio elevato ai clienti, dai supermercati ai mercatini ai grossisti e ci stiamo riuscendo, pur tra tante difficoltà legate alla necessità di rispettare le normative attuali in tema di sicurezza”.

Dal vicino mercato di Padova, Luca Brusadelli, presidente del Gruppo Grossisti mostra un quadro in chiaroscuro: “Fin dall’inizio dell’emergenza Covid il mercato è altalenante. Si assiste a una riscoperta delle piccole realtà commerciali a parziale discapito della Gdo, che però tiene le posizioni; è un mercato abbastanza frizzante, anche se non ci sono grandi exploit. Le giornate a ridosso del giorno festivo infrasettimanale sono più vivaci, ma il bilancio delle ultime due settimane è comunque simile a quello delle precedenti". 

"Siamo vicini all’inizio campagna di diverse primizie che però, soprattutto in Veneto - aggiunge Brusadelli - sono collegate alle feste di paese e quindi quest'anno non riescono a spuntare prezzi buoni; è il caso degli asparagi che, tolti i pochi giorni attorno a Pasqua, sono precipitati. Viceversa, sono care le patate novelle siciliane e le cipolle, si registra una leggerissima oscillazione per le drupacee spagnole dovuta alla problematica del trasporto del carico di ritorno che sta rientrando nei ranghi e dal 4 maggio con la ripartenza dell’industria dovrebbe svanire del tutto. Fortunatamente sta passando la paura degli acquirenti dell’Est Europa che ci penalizzava e questo per noi è positivo: c'è un lento ma graduale ritorno alla normalità. Al Maap si vedono i primi meloni e buon inizio delle angurie destinate all’export in Austria, pur a prezzi contenuti”.



Al Caab di Bologna, Valentino di Pisa, presidente nazionale di Fedagromercati, inquadra l’andamento settimanale del mercato felsineo: “Non si stanno verificando quelle tensioni sui prezzi che avevano contraddistinto il periodo pasquale, e si può affermare con tranquillità che le quotazioni si posizionano su valori tipici della media del periodo. Poi è chiaro che ci sono situazioni particolari, ed è il caso delle fragole, dove i prezzi sono in aumento a causa di una serie di fattori impossibile da prevedere. E comunque si tratta un caso isolato. Per il resto, si consolida il ruolo del dettagliante che sta sfruttando al meglio le opportunità scaturite da questo momento di emergenza, offrendo un servizio di delivery impeccabile. Sono convinto che una volta tornati alla normalità i fruttivendoli potranno beneficiare, se non tutto per lo meno in parte, di quanto seminato fino ad ora”.

L’analisi del Centro Sud
Valter Arcangeli, titolare della ditta Siwa che opera all’interno del Car di Roma, commenta così l’andamento di questa settimana: “Non ci possiamo lamentare, le contrattazioni si sono mantenute su livelli accettabili, considerato il periodo, grazie soprattutto ai negozianti che sopperiscono alle perdite dell’Horeca. Per quanto riguarda i prodotti, non si può non menzionare l’aumento del prezzo delle fragole attorno a 5,50 euro il chilo a causa di una offerta in calo. Il melone è ancora in una fase interlocutoria, dove alcune partite di buona qualità sono vendute fra 2,20-2,50 euro il chilo, mentre se il sapore non è all’altezza si perde un euro il chilo. Ancora molto bene referenze tipicamente invernali come mele ed arance, per le quali la richiesta è sostenuta e non accenna a diminuire nonostante il periodo”.



Dal mercato ortofrutticolo di Fondi l’analisi del grossista Elio Paparello: “Le festività infrasettimanali ci mettono un po’ i bastoni tra le ruote, si lavora solo sull’ordinato perché è molto difficile fare vendita in mercato. Tra gli articoli, si evidenziano prezzi buoni per le fragole, sempre alti per arance e limoni mentre le verdure a foglia larga sono ferme per la sovrapproduzione e la scarsa richiesta. La patata novella regge. Il nostro settore ortofrutticolo riesce comunque a lavorare anche se ci sono stati dei cali per molte aziende e la situazione è a macchia di leopardo”

Infine, al Mercato ortofrutticolo di Vittoria, Giorgio Puccia, presidente dell'associazione locale dei grossisti, sottolinea il perdurare di un andamento sottotono “i prezzi sono in ribasso, a causa di una domanda non all’altezza delle aspettative. D’altro canto, i giorni di festa limitano l’operativa di diverse strutture mercatali e questo si ripercuote sulle nostre vendite. L’unico articolo esitato a prezzi sostenuti è il peperone, che ormai da diverse settimane non scende mai sotto i 2 euro il chilo. Invece, tutti gli altri ortaggi quali pomodori, melanzane, cetrioli e zucchine, sono in netto calo. Speriamo che maggio porti ad una inversione di tendenza”.

Ha collaborato Mirko Aldinucci

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