Spagna, precedenza a frutta e verdura nazionale in Gdo

Il settore aspetta nuove misure, intanto costi di produzione su del 25%

Spagna, precedenza a frutta e verdura nazionale in Gdo
Favorire i prodotti spagnoli sui banchi della Grande distribuzione della penisola iberica. E’ questo l’impegno che il ministro dell’agricoltura Luis Planas ha preso con le organizzazioni professionali Upa, Coag e Asaja nella riunione telematica di lunedì scorso.
Una decisione a cui ha sicuramente contribuito la denuncia del segretario provinciale di Coag Andrés Gongora per la vendita di angurie del Senegal nei supermercati della zona mentre erano già disponibili i frutti locali: dopo appena 24 ore dalla denuncia, le angurie proposte erano a provenienza andalusa.


Luis Planas

Secondo il segretario generale di Coag Miguel Blanco, Planas avrebbe promesso di facilitare il lavoro stagionale per portare a termine le campagne agricole, oltre a richiedere alla Commissione Europea misure di mercato per i settori agrari colpiti dal Coronavirus, la riattivazione di un osservatorio della catena alimentare che combatta la speculazione dei prezzi e la difesa di un bilancio rafforzato per la Pac in favore di un settore essenziale e strategico come quello agrario.

Misure che non sembrano bastare alle tre organizzazioni che, in una nota congiunta, sottolineano che “l’Unione Europea può e deve fare molto di più per appoggiare uno tra i settori più strategici ed essenziali: gli agricoltori e gli allevatori”. Per questo motivo, hanno chiesto un appoggio urgente a tutti i produttori di beni alimentari, dal momento in cui “non ci sono scuse per non procedere subito con l’attivazione di misure di gestione del mercato che aiutino il settore in difficoltà”.
Le stesse associazioni definiscono “totalmente insufficienti” le iniziative adottate dal commissario di agricoltura Janusz Wojciechowski per ampliare il termine delle richieste di aiuto della Pac.
Le problematiche determinate dal Coronavirus rappresentano per il settore solo il culmine di una tempesta perfetta, iniziata con il veto della Russia alle importazioni dei prodotti spagnoli o l’incremento dei dazi per le importazioni determinato da Donald Trump.

A Murcia i costi di produzione aumentano del 25%

Nel frattempo gli agricoltori di Murcia hanno calcolato che il Coronavirus ha determinato un aumento dei costi di produzione del 25-30%.
L’amministratore delegato di Proexport Fernando Gómez, in un’intervista a Efeagro, ha individuato tra i principali motivi dell’aumento un maggiore assenteismo, una riduzione della produttività oraria, costi di trasporto elevati e l'introduzione di numerose misure di sicurezza.


Fernando Gómez

Solo con l’inizio della campagna delle drupacee, sono stati assunti 40.538 nuovi lavoratori, circa la metà di quelli degli anni passati, mentre i produttori lottano per mantenere bassi i costi. Tra le misure proposte c’è quella di limitare l’orario di lavoro degli operatori e convincere i rivenditori ad assorbire gli aumenti dei costi di produzione relativi al Coronavirus, senza trasmetterli ai consumatori.

Ma il problema principale sembra rimanere quello dell’assenteismo. Proexport stima che un lavoratore su dieci non si sia presentato al lavoro nel primo mese di blocco, costretto a rimanere a casa con la famiglia. Ora i tassi di assenteismo si vanno via via riducendo ai livelli pre-Covid e le aziende e i lavoratori stanno dimostrando grande impegno nel soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori.
La capacità di adattamento del settore è stata elogiata anche da Santiago Martínez, presidente della Federazione delle cooperative agricole di Murcia (Fecoam), il quale mette però in guardia sulle difficoltà che si presenteranno con l’avanzare della stagione: “A maggio si raggiungerà l’apice della campagna delle drupacee – dice – e sorgeranno problemi con quei frutti che non potranno essere lavorati a causa di una mancanza di personale. A quel punto dovremmo iniziare a sperimentare le capacità delle celle frigorifere e adottare un ‘piano B’ “.

Fonte: Fhlameria.com e Fruitnet.com

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