Ingrosso, cosa è successo dopo Pasqua

Più luci che ombre in una settimana di fisiologico calo degli scambi

Ingrosso, cosa è successo dopo Pasqua
Dopo una settimana pasquale esaltante, contraddistinta da quotazioni in netto rialzo, in questi giorni nei Mercati all’ingrosso si registra una diminuzione fisiologica delle contrattazioni, con i prezzi che si assestano nella media del periodo. E' questo, in sintesi, ciò che emerge dall’analisi “Quick Service” del Monitor Ortofrutta di Agroter (clicca qui per maggiori informazioni) che ha approfondito i trend della settimana in corso interpellando i referenti di 10 fra i principali mercati ortofrutticoli italiani: Bologna, Brescia, Bergamo, Fondi, Milano, Padova, Roma, Torino, Vittoria e Verona. Per maggior informazioni sul servizio clicca qui.

Il quadro generale
Il rientro dal weekend pasquale ha mantenuto le aspettative che gli operatori si attendevano. Infatti, già la scorsa settimana i grossisti avevano previsto che ci sarebbe stato un calo dei prezzi soprattutto di alcune referenze come fragole ed asparagi, andate letteralmente a ruba, e così è stato. Adesso i prezzi per queste due articoli sono scesi a livelli più consoni per il periodo, comunque su valori ancora remunerativi per il produttore. Tuttavia, ci sono alcuni prodotti che hanno subito una brusca impennata dei prezzi, in particolare i peperoni, a causa di un netto calo dell’offerta spagnola e olandese.

In generale, la clientela si sta orientando sempre di più su referenze primaverili-estive, e non disdegna le prime pesche o angurie di provenienza marocchina e greca.



La situazione in Lombardia e Piemonte
Andrea Chiodi, direttore del mercato Ortofrutticolo di Bergamo, analizza per Italiafruit News i trend in atto nella piazza orobica: “Martedì è stata una seduta positiva in termini di volumi movimentati, contraddistinta da un calo generalizzato nei prezzi di fragole e asparagi, che avevano toccato livelli molto alti. Le fragole sono passate da 6 a 4 euro il chilo, e gli asparagi da 8 a 5,50-6 euro il chilo, così come pure cavolfiori e broccoli si sono assestati dopo settimane di continui rialzi. Viceversa, si registra un’impennata dei peperoni con prezzi fra i 4-4,50 euro il chilo per il prodotto d’importazione spagnola, mentre la merce nazionale è venduta fra 3,30-3,70 euro il chilo. Da notare infine, un discreto interesse per le prime partite di pesche e nettarine provenienti dal Marocco, con una forbice di prezzo ampia, fra 2,50 e 5 euro il chilo, in funzione del calibro”.

Anche all’Ortomercato di Brescia il calo nelle vendite si è sentito, ma c’è fiducia per le prossime sedute. “Sicuramente le contrattazioni sono diminuite rispetto alla scorsa settimana - illustra Stefano Vaccari, titolare dell’azienda Eurorinascita - ed è naturale che sia così, perché nei periodi festivi il mercato è drogato rispetto al normale. Oltre a fragole ed asparagi, sono in ribasso anche cavolfiori e broccoli, con prezzi rispettivamente pari a 1,20-1,30 euro il chilo e 3 euro il chilo. Pure le zucchine toccano quotazioni sicuramente più basse, fra 1,20-1,30 euro il chilo per il prodotto veronese, e 1,50 euro il chilo per quello fondano, ben lontano dai 2 euro il chilo e oltre delle scorse settimane".

“Se le temperature nei prossimi giorni saranno miti - prosegue Vaccari - potremmo cavarci delle soddisfazioni, soprattutto per quanto riguarda la frutta estiva, e penso a pesche e nettarine d’importazione, dove i prezzi sono sostenuti, fra 4 e 5 euro il chilo, e la richiesta è crescente”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’imprenditore Umberto Musso, co-titolare dell’azienda Italfrutta Distribuzione attiva all’interno dell’Ortomercato di Milano: “Ci si aspettava una settimana con quotazioni in ribasso, e fino ad ora i cali ci sono stati, ma non così marcati. Le zucchine sono sicuramente fra gli articoli più penalizzati con prezzi attorno a 1,60 euro il chilo per la merce di Fondi, ed anche sotto l’euro il chilo per le altre provenienze. Gli altri ortaggi come pomodori e melanzane si difendono con quotazioni tutto sommato accettabili per il periodo, mentre il peperone è in deciso rialzo con valori superiori a 3,50 euro il chilo. Nonostante il caldo, si mantiene vivo l’interesse per l’arancia rossa di Sicilia, grazie anche a varietà di pregio come il tarocco Meli da poco entrato in produzione, prezzato fra 2 e 3 euro il chilo in base al calibro richiesto”.

Al Caat di Torino, la situazione si sta stabilizzando dopo settimane influenzate dalla chiusura dei mercati rionali. “Gli ingressi all’interno del mercato sono cresciuti di circa il 10% nelle ultime due settimane - sottolinea Daniele Gotto, responsabile qualità e logistica della struttura - e siamo fiduciosi di tornare a breve ai livelli pre-emergenza Covid-19. Come ente gestore, per cercare di limitare ulteriormente gli assembramenti, abbiamo deciso di posticipare l’orario di apertura delle contrattazioni dalle 3.30 alle 5 di mattina, in modo da tener ben separato la fase di scarico delle merci, con quella di commercializzazione".



Il punto dal Nord Est
Al Caab di Bologna, Wainer Marzola, venditore presso lo stand di Agribologna, inquadra l’andamento settimanale del mercato felsineo: “Martedì dopo Pasquetta le vendite in generale sono state positive. C’è un ottimo riscontro per le fragole locali, che sono alle battute iniziali della campagna commerciale, con prezzi sui 4,50 euro il chilo. Si nota ancora grande interesse per mele, agrumi e kiwi. Quest’ultimi spuntano cifre veramente interessanti, pari a 2,40 euro il chilo per un calibro 18-20, varietà Hayward, a patto che il prodotto sia di alta qualità, altrimenti si deprezza di un euro. Anche le arance non accennano a scendere di prezzo: le bionde spagnole si avvicinano a 1,50 euro il chilo e facilitano l’ingresso del prodotto egiziano più competitivo, mentre il Tarocco siciliano tocca punte di 2,80 euro il chilo per i calibri più grandi”.

Spostandoci al Centro agroalimentare di Verona, dall'azienda Fruver ci ragguagliano sul trend di due articoli di stagione: "Settimana in discesa per fragole e asparagi bianchi e verdi, come era prevedibile, dal punto di vista sia della richiesta che del prezzo - dice Beatrice Fruver - La scorsa settimana questi due prodotti avevano toccato quotazioni decisamente eccezionali grazie all'esplosione della domanda; certi picchi, per quanto riguarda le fragole del meridione, che quest'anno presentano una qualità eccellente, non torneranno sicuramente più". 

"La contrazione dei listini di asparagi e fragole per alcuni operatori grossisti è stata graduale, per altri più tosta. Ad ogni modo, i prezzi di questi giorni si stanno mantenendo su buoni livelli. Per la prossima settimana ci aspettiamo un trend più regolare in termini di quantità richieste e prezzi. Forse tornerà a scarseggiare l'offerta di asparago verde, per il quale le quotazioni potrebbero quindi tornare a salire".

Al Mercato di Padova (Maap), la settimana post pasquale è aperta in modo molto positivo. Come racconta Francesco Cera, direttore della struttura veneta, “l'attività di esportazione in tutta Europa e nei Balcani ha ripreso motore: dal 35% dei flussi in uscita che avevamo perso a inizio coronavirus, ora siamo a -10% rispetto al periodo pre-crisi. Questo recupero è molto importante per il nostro Mercato, fortemente orientato all’export”. 

“Anche in Italia - prosegue Cera - la richiesta di Gdo, dettaglianti e ambulanti si conferma elevata per la maggior parte degli articoli, specie per le verdure in serra siciliane. Mai come questo martedì, infatti, ho visto arrivare tantissimi camion con merce proveniente della Sicilia. Segno che la domanda per le produzioni italiane non manca e che non possiamo lamentarci. Devo dire, inoltre, che questa settimana le presenze al Maap sono ritornate a essere molto elevate: in certi momenti, mi sembra quasi di rivivere quelle giornate pre-natalizie di boom di molti anni fa”.



L’analisi del Centro e Sud Italia
Valter Arcangeli, titolare della ditta Siwa che opera all’interno del Car di Roma, ci illustra l’andamento di questa settimana. “Tutto sommato non possiamo lamentarci, perché l’andamento commerciale attuale ricalca quello degli scorsi anni, e con i tempi che corrono è già un ottimo risultato. Da sempre, infatti, dopo una festività si assiste ad una fase di rallentamento delle compravendite con un calo fisiologico dei prezzi, soprattutto per quei prodotti molto ricercati. Di certo si nota in generale una predilezione per il prodotto di alta qualità. Per esempio, il melone italiano può essere venduto a 2,50 euro il chilo, così come 1,50 euro il chilo se non meno, in base al sapore dei frutti in vendita. Al contrario le mele, fra i prodotti più richiesti e con una qualità più costante, evidenziano listini in forte crescita su tutte le tipologie di prodotto. Anche i carciofi finalmente spuntano prezzi più remunerativi, grazie ad un’offerta ridotta ed un prodotto di buona qualità. Perdura invece la crisi che attanaglia ananas e frutti di bosco, che risentono della chiusura del canale Horeca, e fino a quando bar e ristoranti non verranno riaperti non credo si potranno risollevare”.

Analisi condivisa da Pino Stravato, della ditta Strafrutta, che opera nei pressi del Mercato ortofrutticolo di Fondi. “L’inizio di questa settimana è caratterizzato da un calo delle quotazioni delle fragole, passate da 5,50 a 3,50 euro il chilo e potrebbero abbassarsi ulteriormente nei prossimi giorni. Aumenta l’interesse per il melone siciliano, a patto che sia di qualità, diversamente rischia di essere svenduto a 1 euro il chilo. Un prodotto che invece mantiene prezzi sostenuti da inizio campagna è la pera, con le ultime partite di Abate Fétel italiane vendute fra 2,50 e 3 euro il chilo, quotazioni che non penso di aver mai visto in tanti anni di attività”.

Al Mercato ortofrutticolo di Vittoria, infine, il trend settimane pare decisamente positivo. “Stiamo beneficiando di un netto calo della concorrenza estera, spagnola in particolare - afferma Giorgio Puccia, presidente dell'associazione locale dei grossisti - soprattutto per quanto riguarda i peperoni, venduti oltre 2 euro il chilo. Comunque, c’è un buon interesse anche per pomodori e melanzane, mentre sono più in difficoltà le zucchine, con prezzi che non superano i 50 centesimi di euro il chilo”.

Ha collaborato Daniele Bianchi 

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