Ccpb, le importazioni di prodotti bio ai tempi del Covid-19

Ccpb, le importazioni di prodotti bio ai tempi del Covid-19
In queste settimane caratterizzate da difficoltà organizzative e procedurali a tutti i livelli, la Commissione Europea sta venendo incontro alle esigenze degli operatori e degli Organismi di Controllo con alcuni provvedimenti che, seppure provvisori, sono volti a semplificare (e non di poco) le procedure inerenti le importazioni.

Tale adeguamento si posiziona nel solco di un pacchetto di misure fortemente richiesto dall’Eocc (European Organic Certifier Council, l’associazione degli OdC europei, di cui Cccp fa parte), nell’ottica di una maggiore flessibilità e agilità del lavoro quotidiano in questi tempi difficili. In una missiva del 25 marzo indirizzata alla “Organic Unit” della Direzione Generale Agricoltura della Commissione, l’Eocc ha illustrato le difficoltà che si stanno riscontrando in 3 campi fondamentali:

Gestione dei documenti di importazione da parte degli operatori
A tal riguardo, la Commissione, con una comunicazione del 30 marzo, a causa dei problemi nei trasporti e nei servizi di consegna, ha posto in essere a possibilità per gli Organismi di Controllo di non fornire la copia cartacea del Certificato di Ispezione (Coi), ma di limitarsi alla sola emissione della sola copia elettronica in Traces, vidimando il Box 18 come di consueto. Conseguentemente, le autorità competenti degli Stati Membri (quindi, per l’Italia, le Dogane) eseguiranno i controlli documentali sulla base della sola copia digitale in Traces, anche in assenza della copia cartacea originale del Coi. L’Autorità, verificata la conformità della documentazione, procederà quindi alla validazione della copia digitale vidimando il Box 20 del Coi e all’immissione in libera pratica della partita. La Commissione specifica molto chiaramente il carattere eccezionale e temporaneo di tale misura, che sarà in essere fino al 31 maggio 2020, salvo ulteriori cambiamenti. Inoltre, suggeriscono l’utilizzo di tale procedura solo per i casi più urgenti, senza tuttavia fornire particolari parametri per valutarli.

Gestione nell’organizzare e condurre le ispezioni 
Riguardo alle ispezioni, la proposta dell’Eocc si compone di due casistiche, una per gli operatori in classe di rischio bassa e in fase di sorveglianza, che comporta una ispezione documentale off site, mentre per le fasi di avvio e operatori in classe di rischio elevata, sempre una ispezione composta da un controllo documentale in remoto, test di tracciabilità e infine visita on site posticipata al termine dell’emergenza. La Commissione ha informato Eocc che tale metodica è già stata proposta da alcuni Stati Membri e che si sta lavorando per trovare le basi legali per approvare la proposta in deroga agli attuali regolamenti vigenti.

Controlli aggiuntivi nei Paesi terzi
Altro aspetto toccato riguarda i controlli aggiuntivi richiesti agli OdC per le merci in arrivo da Ucraina, Russia, Moldavia, Kazakistan e Cina, a causa della difficoltà che il Covid-19 arreca per il prelievo del campione (da fare in sede di visita ispettiva on site) e la spedizione dello stesso in laboratori accreditati (quasi tutti in Ue). Anche su questo aspetto la Commissione si è dimostrata disponibile a derogare, consentendo di eseguire i controlli richiesti solo se possibile, valutando caso per caso. 

Fonte: Ccpb