Mele e pere, Ferrara «taglia» 2.000 ettari in pochi mesi

Colpa di cimice asiatica e malattie. Bergami: vespa samurai, bene l'ok del ministero dell’Ambiente

Mele e pere, Ferrara «taglia» 2.000 ettari in pochi mesi
Bilancio pesante per le pomacee del Ferrarese. L’organizzazione agricola Confagricoltura stima che, negli ultimi mesi, i produttori di pere e mele della provincia abbiamo estirpato circa duemila ettari di frutteti (-15% sul 2019) a causa delle gravissime perdite causate nella campagna 2019 dalla cimice asiatica, dall’alternaria e dalla maculatura bruna. Si tratta di un dato previsionale, non definitivo, che ci ha fornito il ferrarese Albano Bergami, presidente nazionale della sezione frutticola di Confagricoltura.

Bergami accoglie con grande soddisfazione la firma del ministero dell’Ambiente al Decreto del Presidente della Repubblica 102/2019 (clicca qui per leggere il nostro articolo di venerdì scorso) che, spiega, “ci permetterà di poter iniziare la guerra contro la cimice asiatica attraverso la lotta biologica con le vespe samurai”. 

“In attesa che l’iter normativo possa concludersi quanto più velocemente in sede di Conferenza Stato-Regioni, la firma del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che aspettavamo da sei mesi, rappresenta un passo molto importante per tutto il mondo produttivo. Sia chiaro: la produzione deve essere consapevole che sarà una lunga sfida e che servirà, sicuramente, qualche anno per arrivare a un equilibrio naturale. Non è infatti opportuno immaginare che i lanci di vespe samurai di questa primavera potranno garantire vantaggi immediati sul contenimento della cimice asiatica. Anche perché già nel mese di maggio, quando i frutticini allegheranno, le popolazioni presenti in natura si cominceranno a spostare nei frutteti e a fare danni”.


Albano Bergami

I produttori italiani, per difendersi, potranno come sempre fare affidamento sulla combinazione tra la difesa chimica e quella passiva mediante le reti anti insetto. Tuttavia, le incognite non mancano. “Quest’anno, rispetto alla campagna 2019, i frutticoltori non avranno più la possibilità di impiegare il Clorpirifos-metile, fosforganico selettivo che risultava particolarmente efficace nel contenimento delle generazioni di neanidi. Al posto di questa molecola, bandita dal prossimo aprile, si potranno usare altre molecole che abbattono però solo parzialmente le neanidi”, precisa Bergami. 

Che aggiunge: “I produttori si potranno orientare poi su tutta una serie di piretroidi che possono uccidere parzialmente le cimici asiatiche, anche le popolazioni più adulte, ma che essendo ad ampio spettro sono poco selettivi. Il rischio è quindi quello di andare a colpire anche gli insetti utili, come gli antocoridi, principali antagonisti naturali delle psille e presenti nei frutteti tutto l’anno”. 

“Anche le reti con funzioni anti insetto, benché siano efficaci, hanno delle problematiche, perché possono modificare il microclima all’interno della chioma con conseguenze che sono in fase di studio. Per il pero, in particolare, non abbiamo ancora capito se può esserci un collegamento diretto tra le reti e l’insorgenza della maculatura bruna”, conclude il presidente della sezione frutticola di Confagricoltura.

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