Un «vaccino» contro la botrite

Studio Crea apre nuove prospettive anche nella lotta alla cimice asiatica

Un «vaccino» contro la botrite
La botrite è uno dei principali nemici dell'ortofrutta. Riuscire a proteggere uva da tavola, fragole e ortaggi da questo patogeno fungino sarebbe importante per i produttori, che eviterebbero danni ingenti. E dal Crea arriva una sorta di vaccino che consente alle piante di difendersi e con lo stesso schema i ricercatori stanno lavorando per una nuova modalità di difesa dalla cimice asiatica.

Lo studio del Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia è stato pubblicato su Biomolecules, ed è stato condotto nell’ambito del progetto Bioprime, finanziato dal Ministero delle Politiche agricole.

Come nasce il vaccino per la botrite

In laboratorio viene prodotto naturalmente, attraverso fermentazione batterica l‘Rna, una molecola polimerica (ossia una macromolecola) naturale, implicata in vari ruoli biologici e presente in ogni organismo vivente. Questa, una volta applicata alla pianta o sui frutti in post-raccolta, induce la formazione di molecole specifiche da parte della pianta che, comportandosi in modo simile agli anticorpi degli animali, rispondono quando quel patogeno attacca la pianta e ne bloccano la crescita.

E’ stato sperimentato su piante di vite in vaso di 6 anni, in produzione con irrigazione controllata, in ambiente semi-naturale, posizionate, cioè, a lato di un vigneto naturale per rendere le condizioni uniformi e per riprodurre il più possibile la situazione del vigneto. Nello specifico, è stata valutata l’efficacia in pre e post-raccolta (su 72 piante in totale).

I risultati del vaccino per la botrite

Il Crea evidenzia ottimi risultati per entrambe le sperimentazioni dedicate all'uva da vino, con un particolare rilievo per i risultati in post raccolta: i grappoli non trattati sviluppano elevate percentuali di acini attaccati dalla botrite (oltre l’80%), mentre, invece, quelli trattati con le applicazioni di Rna hanno danni quasi impercettibili (al di sotto del 5%). "Le molecole di Rna utilizzate sono assolutamente biodegradabili e la loro produzione è rispettosa per l'ambiente", osserva il Crea in una nota.


Le prospettive

“La botrite è stato un modo di provare la validità del metodo poichè permette degli esperimenti rapidi e facilmente controllabili - affermano Walter Chitarra e Luca Nerva, ricercatori Crea che hanno coordinato lo studio - Visti i risultati positivi, stiamo per applicare il metodo contro il mal dell’esca e contro la cimice asiatica (in concerto con gli entomologi dell’Università di Padova). Per ora, abbiamo effettuato un primo test con cimici allevate su piante di pomodoro e i risultati sono molto promettenti. La mortalità delle cimici sulle piante vaccinate era quasi il doppio rispetto alle piante controllo. Entro l’estate contiamo di completare questo lavoro ed iniziare le sperimentazioni sul mal dell'esca”.

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