BioOrto: come siamo ripartiti dopo l'incendio

La cooperativa agricola pugliese fa il punto su prodotti e tecnologie

BioOrto: come siamo ripartiti dopo l'incendio
Dopo esser stata distrutta da un incendio lo scorso settembre (clicca qui per approfondire), la cooperativa agricola BioOrto di Apricena (Foggia) è ripartita grazie ad uno spirito imprenditoriale all’avanguardia e con l’aiuto di fornitori e clienti.
“Le fiamme hanno danneggiato metà azienda – spiega a Italiafruit Giulia Passalacqua, figlia del fondatore Nino - e l’intera zona dello stoccaggio è andata distrutta. Nonostante all’inizio sembrasse tutto perso, il magazzino di lavorazione degli ortaggi si è salvato e ci ha permesso di ricominciare”.
“E’ stata dura rialzarsi – continua Passalacqua – abbiamo dovuto aspettare tutti i controlli delle autorità e l’azienda è rimasta bloccata per un mese intero. Fortunatamente nel mese di settembre non abbiamo mai avuto tanto lavoro e quest’anno abbiamo utilizzato il tempo per fare ordine e sanificare gli ambienti: a fine ottobre avevamo le carte in regola per ripartire e a inizio novembre abbiamo ripreso le attività. Ancora non possiamo utilizzare tutti gli ambienti perché alcuni sono ancora chiusi per controlli ma presto torneremo a una situazione di normalità”.

Una ripartenza basata su spirito imprenditoriale e solidarietà 
“Se l’azienda è ripartita subito dopo l’incendio, è stato merito di mio padre Nino. - sottolinea la titolare – Ci dice sempre che le tragedie servono per rialzarsi, e così è stato. Grazie al suo spirito imprenditoriale all’avanguardia, nessun dipendente è stato licenziato e tutti si sono rimboccati le maniche per aiutare, pensiamo di esser stati d’esempio per come abbiamo trattato la situazione. Un grosso aiuto è poi arrivato da parte dei fornitori, che hanno permesso di dilazionare i pagamenti, mentre i clienti hanno notevolmente aumentato i loro volumi di acquisto: in questo modo siamo riusciti ad evitare lo stoccaggio dei prodotti e quelli in eccesso li abbiamo riposti nelle celle frigorifere per conservarli”.


Il confezionamento dei broccoli

Brassicacee, una stagione fortunata
Interamente a produzione biologica dal 2003, BioOrto può contare su 500 ettari coltivati a campo aperto e segue internamente anche le fasi di raccolta, confezionamento e trasformazione dei prodotti agricoli.
“Siamo specializzati nella produzione delle brassicacee come broccoletti, cavolfiori, cavoli a foglia e romaneschi ed anche in quella del sedano – commenta Passalacqua – che rimangono sempre i prodotti preferiti considerata l’alta qualità e i prezzi molto competitivi. Per quanto riguarda bietola e finocchio nell’ultimo periodo abbiamo registrato una flessione: la produzione era decisamente in eccesso e non c’è stato molto di collocarla sui mercati”.
Una situazione a cui hanno contribuito gli eventi climatici. “Rispetto agli altri anni, abbiamo registrato un’annata molto positiva per gli ortaggi. Le temperature sono state molto alte, senza piogge e gelate a rovinare i prodotti”.



Packaging sempre più green
Dopo una raccolta manuale, i prodotti vengono stoccati nelle celle frigorifere e sono pronti per la fase di confezionamento. “Prima utilizzavamo principalmente vaschette in plastica e Flowpack per le nostre confezioni ma oggi il 90% dei clienti ha ridotto l’utilizzo di questi materiali. Ogni cliente ci richiede un packaging diverso, chi il bollino sul prodotto nudo oppure singole fascette sui frutti. Nonostante un confezionamento così diversificato richieda più sforzi del normale, siamo sempre pronti ad introdurre nuovi packaging, soprattutto in un’ottica green”.


Lo stabilimento di BioOrto

Il canale vincente dell’export
BioOrto destina il 10 % dei suoi prodotti alla distribuzione italiana, mentre il 90% dei suoi prodotti sono destinati all’export: “Fuori confine lavoriamo principalmente con Germania, Danimarca, Paesi scandinavi, Svizzera ma anche Francia, Inghilterra ed Austria” ancora Passalacqua.


Nei trasformati di BioOrto anche i datterini al naturale

Non solo freschi
Nonostante il settore di riferimento sia quello dei freschi, Bio Orto produce anche trasformati come la passata di pomodoro, la crema di zucca e carciofi sottolio. “Stiamo ampliando la nostra gamma di prodotti, a cui cerchiamo di abbinare sempre un packaging accattivante. – conclude la titolare – Abbiamo cercato di introdurre più innovazione possibile per l’olio extra vergine di oliva, a cui abbiamo dedicato la nostra linea ‘Gran Cru’: nella nostra zona sono tantissimi i produttori specializzati in questo prodotto, bisogna sapersi distinguere. E in quest’ottica speriamo che i social possano aiutarci: finora siamo attivi dai profili di Facebook, Linkedin ed Instagram”. 

(In apertura una foto dello stabilimento distrutto dall'incendio)

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