Fragole alle pendici dell'Etna in onore del padre

Anche Paolo Bonolis tra i "fans" del giovane produttore Valentino Cairone

Fragole alle pendici dell'Etna in onore del padre
Tra gli estimatori annoverano anche Paolo Bonolis, che in un video “postato” sul profilo Facebook aziendale gusta le loro fragole in vaschetta esclamando “ammazza che bone”. Azienda Agricola “La Terrà di Papà” coltiva fragole, fragoline dell'Etna e alberi da frutto e in guscio alle pendici del vulcano siciliano. “I nostri prodotti sono genuini e di qualità, autentici al 100%”, afferma con entusiasmo il titolare, il giovanissimo Valentino Cairone, che ha così chiamato l’azienda per ricordare il padre, scomparso tragicamente nel 2018 a 59 anni, mentre stava preparando il terreno (letteralmente...) per consentire ai figli di avviare un’attività agricola.

Valentino, 22 anni, avrebbe voluto fare tutt’altro. Ma per onorare la memoria del genitore, ha deciso di restare nel settore primaria. Con tenacia. E oggi coltiva 30mila piantine in quattro ettari, a 1.200 metri di altezza, sulla terra lavica etnea. 



“Siamo nel Parco dell’Etna, qui non è possibile coltivare le fragole con metodi più moderni, ma si deve farlo a terra”, ha spiegato Cairone alla testata Focusicilia.it. “Un limite ma anche un vantaggio: la terra vulcanica conferisce un sapore unico ai prodotti".

Fragole e fragoline vanno a ruba nelle pasticcerie di Messina e Catania. E l’obiettivo è quello di costruire un laboratorio per preparare marmellate e liquori alla fragola. I primi esperimenti sono già stati portati a varie fiere e manifestazioni nella zona. Anche nella vicina Bronte, città del pistacchio, e a Randazzo, dove “La Terrà di Papà” sponsorizza la locale squadra di calcio. L’azienda, inoltre, partecipa a iniziative Slow Food.

Lo scorso dicembre il giovane imprenditore ha ricevuto un riconoscimento da parte del “Parlamento della legalità internazionale”, movimento culturale con sede a Monreale (Palermo) che gli ha dedicato un premio “in ricordo della solarità del padre e perché possa continuare a operare a favore di una cultura di riscatto e di sviluppo, portando avanti l’orgoglio che un padre ha per il proprio figlio”.

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