Zespri alza la guardia: un piano d'azione contro l'insetto

Aspettando la vespa Samurai, trappole per lo svernamento e reti protettive

Zespri alza la guardia: un piano d'azione contro l'insetto
Il kiwi è uno dei frutti minacciati dalla cimice asiatica e l'insetto, secondo Zespri, potrebbe distruggere fino al 40% dei raccolti. Lo ha ribadito sulle colonne de Il Sole 24 Ore Elaine Gould, innovation leader crop protection del colosso neozelandese, che ha in mano il 30% del mercato globale di questo prodotto per un giro d'affari di circa 1,8 miliardi di euro.

Il gruppo in Italia ha circa tremila ettari di kiwi e progetti per nuovi impianti di SunGold, oltre mille ettari. Naturale che il tema della cimice asiatica non faccia dormire sonni tranquilli. "Dai nostri studi sulla cimice asiatica - ha spiegato la Gould al quotidiano economico - abbiamo appurato che il kiwi è particolarmente attrattivo per questo parassita e per questo abbiamo deciso di alzare la guardia. Zespri ha stanziato fin dal 2016 circa 500mila euro in progetti di ricerca su parassiti e malattie che colpiscono il kiwi. Da quest'attività avviata in Cina e in Italia puntiamo a individuare soluzioni per affrontare questa minaccia in Italia, ma che ci possano aiutare nell'ipotesi in cui il parassita dovesse sbarcare in Nuova Zelanda".

I danni da cimice sono duplici sul kiwi: o provoca la caduta del frutto, oppure causa danni interni, che rendono il prodotto non commercializzabile.
Il piano di Zespri per contrastare la cimice asiatica si poggia su tre azioni: da una parte le cassette/trappole per lo svernamento, poi impianti coperti da reti di protezioni e infine la speranza dell'insetto parassitoide della cimice, la ormai famosa vespa Samurai.

"Ricorriamo ai feromoni - ha aggiunto la responsabile della lotta fitosanitaria di Zespri - per attrarre la cimice in cassette/trappole che possano rappresentare un rifugio invernale per il parassita, ma che poi possano essere distrutte uccidendolo. Altri esperimenti riguardano invece delle reti nel frutteto. Se i nostri studi daranno esito positivo contiamo di offrire soluzioni in tempi brevi non solo ai produttori di kiwi ma anche a tutti i frutticoltori europei".

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