Orogel, i vegetali surgelati italiani continuano a crescere

Il gruppo romagnolo guarda agli Stati Uniti. Avanti con la cella più grande d'Italia

Orogel, i vegetali surgelati italiani continuano a crescere
I vegetali surgelati sono un segmento frizzante nel panorama ortofrutticolo. E Orogel, che rappresenta il 27% delle verdure surgelate consumate in Italia, si appresta a chiudere l'anno con una crescita del 4% nel reparto surgelati, a fronte di un incremento dell'1% dei volumi commercializzati. Indice, questo dato, di come il gruppo cooperativo romagnolo (687 milioni di euro il fatturato complessivo del 2018) stia spingendo su quei prodotti ad alto valore aggiunto e contenuto di servizio, come i passati di verdure.



A tracciare questo quadro è Bruno Piraccini, presidente e amministratore delegato di Orogel, che in un'intervista a La Repubblica ha parlato anche degli investimenti: un piano da 80 milioni di euro in tre anni, grazie al quale si realizzerà anche la cella più grande d'Italia (28mila metri quadri per una capacità di 400mila quintali di prodotti), in procinto di essere conclusa nel quartier generale di Pievesestina di Cesena.

Orogel

Orogel lavora e valorizza - anche con le sue strategie di marketing - il prodotto italiano: il 55-60% delle verdure è coltivato in Romagna, il 30% al Sud e il 10% a Rovigo, dove l'azienda ha uno dei suoi stabilimenti. L'export è una nicchia per il momento e vale circa il 5% tra Germania, Francia, Svizzera e Austria. Ma, come spiega Piraccini, si sta lavorando a un progetto per aumentare l'offerta di verdure surgelate negli Stati Uniti.

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