Cimice, pro e contro della difesa chimica

Le linee guida della Fondazione Mach per il contenimento dell'insetto

Cimice, pro e contro della difesa chimica
"Anche se non risolutiva, la difesa chimica rimane il perno della strategia di contenimento della cimice asiatica". E' riportato a chiare lettere nel Piano di contrasto della cimice asiatica approvato dalla Provincia autonoma di Trento. Un'azione di difesa che dovrà essere puntuale, conseguente ai riscontri del monitoraggio sul fitofago.

Di cosa tenere conto? La Fondazione E. Mach ha elaborato le indicazioni tecniche che costituiscono parte integrante del Piano. Gli esperti mettono subito l'accento su una strategia che deve essere integrata e complessiva: "Nella scelta dei prodotti da impiegare per la difesa dalla cimice asiatica occorre necessariamente tenere conto anche della loro attività per le altre avversità della coltura - si legge nel documento - I trattamenti realizzati per il contenimento della cimice asiatica, infatti, devono essere integrati in una strategia di difesa complessiva della coltura che dovrebbe contemplare anche le tecniche a minore impatto ambientale, come ad esempio la confusione sessuale o il virus della granulosi per la Carpocapsa). Puntare esclusivamente sulla difesa chimica può portare ad un azzeramento della entomofauna utile favorendo l’insorgenza di attacchi di altri fitofagi come la psilla, gli acari o le cocciniglie".



Altra indicazione rilevante è che "gli interventi non possono avere carattere preventivo, bensì iniziare quando si è accertata la presenza del parassita nel frutteto. E’ importante agire sulla popolazione uscita dallo svernamento sia per ridurre il danno diretto per la loro attività trofica che per contenere le popolazioni successive. Queste cimici, infatti, con le loro punture provocano le caratteristiche deformazioni già sui frutti in accrescimento. Questo rende necessario un attento monitoraggio dei frutteti in modo da individuare tempestivamente in primavera l’arrivo dei primi adulti svernanti. Come siti di monitoraggio vanno privilegiate le zone con presenza di siepi o aree con arbusti o piante ornamentali attrattive al confine con la coltura monitorata, e quelle con presenza di edifici nel raggio di 20-30 metri, che possono avere ospitato le popolazioni svernanti".

Quando intervenire?
Al momento non esiste una soglia d’intervento. "Le neanidi - rimarca la Fondazione Mach - pur essendo molto mobili, sono lo stadio più sensibile agli effetti dei trattamenti. In questo periodo può essere utile verificare il grado di infestazione sulle piante di drupacee e boschi limitrofi ed eventuali colture erbacee limitrofe come il mais. Da questi campi, in caso di sfalci, raccolte e cambiamenti del microclima, si possono avere imponenti spostamenti di cimici adulte verso i frutteti. Tutti i prodotti attivi sulla cimice asiatica (essenzialmente fosforganici, piretroidi e neonicotinoidi) hanno esclusivamente una attività di contatto quindi gli interventi vanno correlati alla presenza dell’insetto. Altra caratteristica delle molecole chimiche impiegabili è la loro scarsa persistenza che comporta il non essere più attive, dopo pochissimi giorni dal trattamento, sulle cimici che si spostano nel frutteto da zone limitrofe".



A livello strategico, gli esperti consigliano "il posizionamento dei piretroidi, per il loro breve periodo di carenza, per limitare i loro effetti negativi sugli insetti utili e l’acaro insorgenza, negli ultimi trattamenti prima della raccolta. Per i neonicotinoidi e fosforganici si consiglia l’utilizzo principalmente sugli adulti svernanti e sulle neanidi posizionandoli anche tenendo conto della loro attività su altri fitofagi. La difesa chimica va effettuata anche in presenza delle reti anti-insetto, sia quelle a monofila sia quelle realizzate modificando le strutture anti-grandine, che contribuiscono a ridurre i danni, ma non essendo ermetiche non impediscono l’ingresso di qualche individuo all’interno degli impianti. L’utilizzo delle reti è ulteriormente complicato dalla limitata superficie degli appezzamenti".

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