Effetto cimice, meno mele sul mercato

Assomela rivede al ribasso le stime, forte correzione in Trentino. I dati

Effetto cimice, meno mele sul mercato
Clima anomalo e cimice asiatica spingono verso il basso la produzione di mele per il mercato del fresco: gli ultimi dati del Comitato Marketing di Assomela - non ancora definitivi soprattutto per determinate aree produttive e per le varietà tardive - evidenziano una sensibile flessione rispetto alle previsioni di agosto divulgate a Prognosfruit. Il segno meno interessa in particolare il Trentino (472.243 tonnellate invece di 518.529, il 9% in meno) e in misura minore l’Alto Adige (974.162 tons contro 991.337, -2%). A livello nazionale i volumi scivolano da 2.194.762 a 2.131.301 tonnellate (-3%) ma a colpire è soprattutto il dato relativo al prodotto idoneo per il fresco che non supera gli 1,8 milioni di tonnellate, dato tra i più bassi dell’ultimo decennio. 

E la “correzione al ribasso” non è finita, commenta il direttore di Assomela Alessandro Dalpiaz: “Le particolari condizioni climatiche della primavera-estate 2019 hanno influito fortemente sul calibro dei frutti, inferiori alle attese soprattutto nelle zone medio basse trentine, mentre la cimice asiatica ha provocato danni ingenti nel sud della regione, sicuramente superiori a quelli attesi. Difficile dire quale sarà il bilancio finale, se ne saprà di più al momento del selezionamento dei frutti perché in campo non è facile capire se il danno c'è e in che misura”. 



“Dovremo rivedere ulteriormente al ribasso le stime non solo a Trento e Bolzano - aggiunge Dalpiaz- ma anche in altre regioni dove la frazione di mele da industria guadagnerà ulteriormente quota. Siamo preoccupati, però, più per la prossima stagione, che per questa: ci aspettiamo infatti una campagna positiva e in controtendenza rispetto a quella del 2018/19, che comunque si era rivelata abbastanza favorevole, nelle nostre zone”.

Dal punto di vista organolettico, Assomela evidenzia che il prodotto si presenta ben strutturato e adatto per una buona conservazione, permettendo quindi la consueta programmazione commerciale. Per quanto riguarda il quadro comunitario, il livello produttivo è per ora confermato su 10,5 milioni di tonnellate circa, in diminuzione di oltre il 20% rispetto al record di oltre 13,2 milioni di tons dell’autunno 2018.

A novembre il mercato è partito in modo piuttosto vivace, soprattutto in termini di volumi e, afferma Assomela, potrebbe sostenere prossime revisioni al rialzo delle quotazioni, anche per i calibri inferiori che rappresentano appunto, soprattutto per alcune varietà, una quota importante del prodotto commercializzabile.

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