Marrone Igp di Castel del Rio, varato il nuovo disciplinare

Tre modifiche: più libertà nelle confezioni, spazio al calibro piccolo, aumento della resa massima

Marrone Igp di Castel del Rio, varato il nuovo disciplinare
Confezioni modulabili fino a 10 chilogrammi, inserimento del prodotto di piccola pezzatura (finora considerato scarto) ed incremento della resa massima di 10 quintali per ettaro. Sono queste le novità che la filiera del Marrone Igp di Castel del Rio ha presentato il 30 ottobre scorso ai funzionari del Mipaaf, in occasione della riunione di pubblico accertamento per la modifica del disciplinare del prodotto. Si tratta di un atto atteso da tempo che va nella direzione di migliorare le procedure produttive e di marketing dell'unico marrone Igp dell'Emilia-Romagna.

"Le variazioni al disciplinare sono sostanzialmente tre", fa sapere al Tg Vallata del Santerno Giuliano Monti, presidente del Consorzio dei Castanicoltori di Castel del Rio. La prima riguarda le confezioni. "I confezionatori hanno chiesto di poter impiegare nuovi formati, oltre a quelli da 1, 2, 5 e 10 chilogrammi - sottolinea - Le nuove esigenze di mercato impongono di proporre anche confezioni più piccole, per esempio da 700 grammi. Ma c'è anche chi vorrebbe utilizzare l'imballaggio da 3 chili. La nuova misura prevederà quindi la libertà di scelta fino a un massimo di 10 chili. Così ogni azienda potrà usare il formato più adatto in funzione delle esigenze dei propri clienti". 



La seconda modifica è l'inserimento nel disciplinare di produzione del marrone di piccola pezzatura. "Non ha senso - prosegue Monti - penalizzare il mezzo marrone, utilizzato spesso dai caldarrostai. Abbiamo varato, infine, una misura per aumentare la resa massima a 25 quintali per ettaro. Il disciplinare attualmente in vigore prevede un massimo di 15 quintali per ettaro che però, in annate favorevoli come quella dell'anno scorso, risultano pochi".

"L'importanza principale del cambiamento del disciplinare è l'utilizzo dei marroni per la vendita freschi fino al numero 110 di frutto al chilo - ha detto a Italiafruit News Sergio Rontini, vicepresidente del Consorzio e titolare dell'azienda agricola Il Regno del Marrone - I marroni più piccoli possono essere utilizzati per i prodotti lavorati. In questo modo, le persone possono capire che la differenza tra marrone e la castagna è la bontà, e non la grossezza. Ci sono castagne grandi che non sanno di nulla e marroni piccoli che sono buonissimi come i marroni grandi e più idonei ad esempio per fare le caldarroste". 




"La nostra proposta di modifica del disciplinare - prosegue Montini - è stata approvata dalla Regione Emilia-Romagna. Ora aspettiamo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale tra un mese. Dopo questa fase il fascicolo verrà spedito a Bruxelles e la domanda sarà di nuovo pubblicata, stavolta sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea (60 giorni)".

Il Marrone di Castel del Rio Igp si distingue soprattutto per il suo profumo, che si esalta nella cottura, oltre che per la facilità con cui può essere sbucciato. Buccia che ha un colore bruno rossiccio con delle striature marcate più scure. La polpa è dolce e croccante con superficie esterna quasi completamente priva di solcature. La zona di produzione del Marrone di Castel del Rio Igp comprende tutto o parte del territorio dei quattro comuni di Castel del Rio, Fontanelice, Casal Fiumanese e Borgo Tassinaro. 

Nella foto di apertura: Davide Mondin, tecnico che ha seguito e sta seguendo il disciplinare, Sergio Rontini dell'azienda agricola Il Regno del Marrone e Alberto Ventura della regione Emilia-Romagna.

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