Marroni veronesi tra luci e ombre

Prezzi soddisfacenti in Lessinia, nel Monte Baldo i cinghiali devastano le produzioni

Marroni veronesi tra luci e ombre
Marroni veronesi tra luci ed ombre: i produttori della Lessinia, area montuosa Prealpina che collega la provincia scaligera con quella vicentina, sono complessivamente soddisfatti dell’andamento del tipico "Marrone San Mauro", partito sul mercato con una settimana di ritardo e oggetto di un calo di produzione rispetto allo scorso anno, ma capace di spuntare buoni prezzi grazie anche alla pezzatura medio-alta; viene venduto all'ingrosso a 4,80 euro più Iva per i calibri grandi e 3,80 euro in meno per i frutti medi.

Da quest’anno l'associazione Castanicoltori della Lessinia dispone di un sistema di pesatura e confezionamento automatizzato acquistato in comune da 35 produttori: permette di confezionare sacchetti da mezzo chilo, uno e due chili applicando il nome del produttore, il marchio dell'associazione, il numero di lotto, la pezzatura. La vespa cinese non fa più paura, a differenza del cancro corticale che però colpisce solo le piante più vecchie, mentre si stanno innestando nuovi ceppi. 

C’è invece preoccupazione, nel monte Baldo - la montagna che si affaccia sul lago di Garda - per il marrone Dop di San Zeno, che ha subito un crollo dei volumi. Motivo: i cinghiali che mangiano e devastano le produzioni. All’appello, scrive il quotidiano L’Arena, mancano  oltre cento quintali a fronte dei 250-300 quintali di una stagione media, per l’80% biologici: i volumi, quest’anno non dovrebbero superare i 120 quintali. Per alcune imprese agricole le perdite hanno raggiunto il 100% della produzione.

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