Il kiwi greco guarda lontano

Nuovi obiettivi in chiave export, la strategia di Zeus

Il kiwi greco guarda lontano
Il kiwi greco cerca nuovi spazi all'estero, in Europa ma anche in quei mercati lontani dove pure l'Italia vorrebbe penetrare. Tra i principali player ellenici c'è l'organizzazione di produttori Zeus Kiwi: 170 associati, 6500 tonnellate di kiwi e un fatturato di 10,5 milioni di euro, realizzato in 26 Paesi del mondo.

Come ha spiegato alla stampa greca il fondatore e presidente della società, Dimitris Manosis, è amplicare i rapporti con Gran Bretagna, Stati Uniti, Cina e Paesi Bassi, i mercati più importanti per l'azienda che vorrebbe invece sviluppare quelle piazze dove è appena entrata, come gli Emirati Arabi, l'India e il Cile. I nuovi obiettivi in chiave export, invece, si chiamano Corea del Sud, Giappone, Brasile, Argentina e Uruguay.

"La cooperazione transnazionale è cruciale negli accordi con i Paesi terzi, che apre la strada agli accordi di partenariato - afferma Manosis - Zeus è stata la prima azienda greca a collocare il kiwi greco in Cina e ora vogliamo aprire nuove strade per il nostro prodotto. È una richiesta costante per noi evidenziare l'alta qualità del kiwi greco e il valore del frutto".



L'impresa è passata da un giro d'affari di 3,6 milioni nel 2012 agli oltre 10 dell'ultimo anno, anche se nel penultimo esercizio aveva sfiorato i 12 milioni. Un risultato che, secondo Manosis, si potrebbe raggiungere quest'anno, anche grazie al contributo dell'uva da tavola, la cui produzione supererà le 2.000 tonnellate.

La crescita è accompagnata da un piano di investimenti da 4,5 milioni che sarà completato nel 2022: nuovi macchinari per migliorare la qualità dei frutti e lo stoccaggio degli stessi, oltre che un programma di innovazione varietale per il kiwi per riuscire ad anticipare la raccolta a settembre e avere così una finestra commerciale più ampia di un mese.

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