Agrumi extra Ue, boom di irregolarità

Nei porti europei, da luglio a settembre, già 17 spedizioni sudafricane "infestate"

Agrumi extra Ue, boom di irregolarità
Si moltiplicano i ritrovamenti di agrumi “irregolari” provenienti da mercati extracomunitari e in particolare dal Sudafrica: l’Associazione Valenciana degli Agricoltori (Ava-Asaja) denuncia il ritrovamento nei porti europei di sei spedizioni infestate da parassiti e patologie varie nel solo mese di settembre. Secondo i dati ufficiali della Commissione europea, pubblicati su Europhyt, sono arrivate a 17 i “lotti” sudafricani non conformi dal mese di luglio, e il Paese ha ancora diversi mesi prima di chiudere la stagione e quindi le esportazioni nel Vecchio Continente.

Cinque delle sei “partite” irregolari dello scorso mese risultano contaminate con Thaumatotibia leucotreta o “falena falena”, l’altra con Cbs (o macchia nera degli agrumi). In totale, sono ora dodici i rilevamenti di “falena falena” (cui se ne aggiungono due dallo Zimbabwe), cinque quelli di macchia nera. Preoccupano anche i Paesi del Mercosur: gli ispettori doganali hanno riscontrato tre spedizioni di agrumi uruguaiani con la presenza di macchia nera e una contaminata dal cancro batterico degli agrumi.

Il presidente di Ava-Asaja, Cristóbal Aguado, ha ribadito come l’agrumicoltura europea corra un rischio molto grave “tenendo conto che i nostri produttori, in caso di contaminazione, non disporrebbero di materiali attivi efficaci per combattere parassiti e malattie che causerebbero perdite milionarie al settore”. Aguado parla senza mezzi termini di “silenzio e complicità da parte di Bruxelles che non pretende dai Paesi terzi una benché minima forma di sicurezza sanitaria: stiamo giocando con il fuoco”. E in Italia Elena Albertini, vicepresidente del consorzio di tutela dell’arancia rossa di Sicilia Igp rilancia l’ideale Sos parlando di “grave rischio per l’agrumicoltura europea”.

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