Cimice asiatica, in Polesine si conteggiano le perdite

Cimice asiatica, in Polesine si conteggiano le perdite

Continua la strage della cimice asiatica, che sta distruggendo frutteti, ortaggi ma anche cereali e leguminose. Tra le colture più colpite, c’è quella delle pere, che vengono deformate dalle punture e diventano invendibili.

L’ennesima testimonianza arriva da l’imprenditore agricolo altopolesano Luca Malavasi, che da anni gestisce un’azienda in via della Pace a Stienta, producendo pere e mele di diverse qualità.

“La cimice asiatica ci sta mettendo in ginocchio - commenta Malavasi - Ci vogliono aiuti mirati, altrimenti per molti sarà la fine”.  “Quest’anno siamo alla disperazione - continua - la cimice asiatica ci ha rovinato quasi completamente il raccolto fino a questo momento e attualmente abbiamo avuto un danno di circa l’80% rispetto alle annate precedenti. E non siamo tra quelli messi peggio”.

Ma ad essere in pericolo ci sono anche mele, kiwi, pesche, albicocche, alberi di ciliegio, oltre a mais e soia. “Io sono riuscito ad avere forse un danno inferiore ad alcuni miei colleghi perché ho le piante coperte da rete antigrandine e, ma questo lo penso io in quanto non ho riscontri scientifici, perché utilizzo il disorientamento e la confusione sessuale con ferormoni, per la lotta ad altri insetti e probabilmente questi confondono anche la cimice che fatica a riprodursi”. 

La cimice si appoggia alla frutta pungendola, nel momento della sua maturazione, per succhiare la linfa. Nello stesso momento rilascia delle tossine che danneggiano irreparabilmente la frutta stessa. “Mentre le pere si deformano totalmente, nelle mele si nota solo un puntino rossiccio esterno - spiega ancora Malavasi - ma se la tagli, attorno alla zona colpita, il frutto sembra di sughero e anche attorno il gusto cambia completamente”. 

Fonte: La voce di Rovigo