Il piano del Friuli Venezia Giulia contro la cimice asiatica

Il piano del Friuli Venezia Giulia contro la cimice asiatica
Un vero e proprio flagello, dal quale fino a ora è quasi impossibile difendersi. La presenza diffusa della cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys), rinvenuta per la prima volta nel 2014 in Friuli Venezia Giulia, è un problema grave e pressante per le aziende agricole regionali, che registrano danni alle colture fino al 100% del raccolto. 

Difficoltà e gravità di una situazione, già nota a livello regionale, sono emerse nelle audizioni di oggi davanti alla II commissione del Consiglio regionale, convocata dal presidente Alberto Budai (Lega), alla presenza dell'assessore regionale all'agricoltura Stefano Zannier e dell'europarlamentare Elena Lizzi (Lega).

La Regione tramite l'Ersa (Agenzia regionale per lo Sviluppo rurale) assicura il monitoraggio del fenomeno, è impegnata nello studio degli insetti antagonisti e dei risultati dei metodi di difesa chimica e di protezione fisica delle colture, quali le reti anti-insetto. Costante è poi il contatto con le regioni colpite dallo stesso fenomeno e cioè Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, con le quali c'è uno scambio continuo di conoscenze e competenze, come ha spiegato Zannier. Lizzi ha sollecitato un tavolo interministeriale, già nell'agenda del precedente governo.

A livello nazionale dal Friuli Venezia Giulia arriva la richiesta di un piano organico dal punto di vista fitosanitario e di risorse a sostegno delle aziende agricole in difficoltà. Nel contempo la Regione attende il via all'iter per l'introduzione sul territorio della vespa samurai (Trissolcus japonicus), naturale antagonista della cimice, che nel tempo - tre, quattro anni il periodo stimato - potrebbe riuscire a riequilibrare l'espansione incontrollata del temibile insetto. Il quadro fornito da amministratori comunali e rappresentanti di categoria resta al momento allarmante. Si registrano danni a frutteti - mele, pere, pesche, ma anche fragole e kiwi - che vanno dall'80 al 100% del raccolto.

Colpite anche le coltivazioni di mais, i vigneti, le piante di pioppo, gli asparagi. Apprezzati gli interventi regionali per fronteggiare le perdite, messi in campo già a partire dal 2016 con i regolamenti per indennizzare le imprese danneggiate (72 domande e risarcimenti per tre milioni di euro) e per favorire l'installazione di reti destinate alla prevenzione e al controllo della cimice (39 domande e 769 mila euro erogati).

Un ulteriore regolamento emanato nel 2019 per l'installazione di reti ha registrato 42 domande per un importo di spesa che supera il milione di euro. Unica regione in Italia, il Friuli Venezia Giulia, per sostenere le imprese frutticole in difficoltà, ha concesso finanziamenti agevolati per l'anticipazione delle spese di conduzione delle aziende (LR 13/2019). Dagli operatori del settore e' emersa poi l'esigenza di intervenire a livello europeo per modificare il Regolamento Ue sugli aiuti di Stato alle imprese che subiscono simili calamità.

Fonte: Agi