Gdo e aziende, corsa al residuo zero

Quattro catene pronte ad "adottarlo". Ccpb: serve attenzione

Gdo e aziende, corsa al residuo zero
Cresce l'interesse per il residuo zero tra le aziende ortofrutticole e in Gdo: lo testimonia il Ccpb che da tempo offre un servizio di certificazione per le imprese che si sono poste l’obiettivo di commercializzare prodotti vegetali con queste caratteristiche. Sono almeno quattro le catene distributive nazionali e internazionali pronte ad adottare un "sistema" che si sta facendo rapidamente largo nel settore.



“Il residuo zero nasce con il baby food, quindi con gli alimenti destinati ai bambini sottoposti a trasformazione industriale - spiega il direttore del Ccpb, Fabrizio Piva (foto sopra) - ma negli anni l’attenzione è decollata anche per il fresco. Le domande che riceviamo da parte delle aziende ortofrutticole sono in crescita, la grande distribuzione ha un occhio di sempre maggiore riguardo. E’, del resto, uno strumento che va nella direzione di avere prodotti più salubri e sostenibili, in linea con le esigenze del consumatore moderno”. 

Il residuo zero è raggiungibile, nell’agricoltura integrata, utilizzando esclusivamente molecole che hanno una degradazione piuttosto veloce sul prodotto e rispettano tempi di “sicurezza” tali per cui il residuo riscontrabile sia inferiore a 0,01 mg/kg. Proprio questo, sottolinea Ccpb, è l’elemento fondamentale per conseguire l’obiettivo: serve la certezza che la degradazione totale della molecola ed eventuali suoi metaboliti, avvenga in un certo numero di giorni, in quanto gli elementi che possono determinare comportamenti diversi sono molteplici, da quelli legati al clima (temperatura, umidità, ecc.), alle tecniche di applicazione.



Le difficoltà non mancano, soprattutto per quelle aziende che non hanno progettato e testato adeguatamente il loro sistema di rintracciabilità del prodotto e dei processi ma, soprattutto, il disciplinare di coltivazione e - in particolare - di difesa dalle avversità: questo deve includere anche le regole relative ai tempi di sospensione da rispettare.
Il documento tecnico di prodotto di Ccpb stabilisce regole e requisiti da rispettare per valorizzare, certificandoli, i prodotti vegetali con abbattimento dei residui di pesticidi del 100%. 

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