Conservazione del carciofo, il nodo della confezione

Cnr-Ispa: gli errori da evitare per preservare freschezza e qualità

Conservazione del carciofo, il nodo della confezione
Con adeguati accorgimenti e un packaging corretto un carciofo si può conservare anche per 18 giorni e quindi arrivare dalla Sardegna al tavolo del consumatore in Nord Italia senza problemi, con tutta la freschezza dell'ortaggio e la bellezza di uno dei prodotti simbolo dell'isola. Lo ha spiegato Amedeo Palma, ricercatore del Cnr-Ispa di Sassari, durante il recente convegno sul progetto CarBio (clicca qui per leggere la notizia).

Ma l'errore è sempre dietro l'angolo e l'esperto ha ravvisato come le aziende spesso non prestino sufficiente attenzione alla tipologia di confezionamento: perché ogni lavorazione (capolino, capolino con gambo, taglio delle spine...) presuppone una sua soluzione ottimale.

"Il carciofo - ha ricordato Palma - quando lo chiudiamo in una confezione inadeguata consuma ossigeno, fermenta, si altera prima e cambia gusto". Il rischio, quindi, è quello di un imbrunimento dell'ortaggio.



"I materiali non sono tutti uguali, hanno differenti capacità di essere permeabili, occorre il giusto compromesso tra la necessità di proteggere e quella di evitare l'accumulo di anidride carbonica - ha aggiunto l'esperto - Ciò consente di allungare la vita al prodotto e utilizzare parti che altrimenti vengono tolte e vendute a prezzi bassi".

Un'altra fase importante è quella del trasporto, che deve essere refrigerato adeguatamente. "I consigli che forniamo consentono interventi non drastici e a costo zero - ha concluso Palma - ma con notevoli benefici".

Copyright 2019 Italiafruit News