Conservare le pere, un rebus

Recenti studi confermano la criticità legate all'utilizzo dell'1-Mcp

Conservare le pere, un rebus
La conservazione delle pere dopo la revoca dell’etossichina non ha ancora trovato una soluzione del tutto efficace. Attualmente, la molecola più utilizzata per mantenere i frutti il più a lungo possibile è l’1-MCP, coadiuvata da tecnologie sempre più all’avanguardia nella frigoconservazione (atmosfera modificata, basso contenuto di ossigeno).

Il problema principale nell’utilizzo dell’1-MCP sta nell’utilizzare le giuste dosi di prodotto al giusto grado di maturazione entro i tempi giusti. Nel caso in cui non si presti la dovuta attenzione a queste variabili, si corre il rischio di vendere a febbraio pere dure come il legno che sanno di cartone o di non riuscire a commercializzarle perché troppo mature.

La stessa ricerca scientifica è impegnata nel comprendere possibili alternative o nello sviluppare le strategie più idonee all’utilizzo dell’1-MCP. Uno studio condotto da ricercatori brasiliani ed europei ha valutato i parametri tecnico-qualitativi di pere Conference e Lucas Alexander raccolte a due differenti stadi di maturazione e conservate per sette mesi utilizzando tre tecniche differenti:
-    Refrigerazione tradizionale;
-    Atmosfera Controllata (AC);
-    Conservazione a bassa concentrazione di ossigeno.

Inoltre, le prime due tesi sono state trattate con 1-MCP.
Dopo sette mesi di conservazione refrigerata e sette giorni a temperatura ambiente (20 gradi circa), sono state effettuate le analisi qualitative delle diverse tesi.

Innanzitutto, le pere più acerbe trattate con 1-MCP non hanno sviluppato una struttura burrosa o un colore giallo e hanno prodotto significativamente meno alcoli ed esteri. In particolare, questo effetto deleterio per il consumo si è accentuato in combinazione con l’atmosfera controllate su entrambe le cultivar che non ha fatto progredire la maturazione, e quindi il sapore, in nessun modo.
Anche il trattamento con bassa concentrazione di ossigeno blocca i processi maturativi ma non quanto l’1-MCP, il quale a sua volta ha dato effetti positivi solo sulla qualità dei frutti più maturi.Per quanto riguarda l’atmosfera controllata non si sono evidenziate particolari problematiche qualitative. 

È evidente come questo studio confermi le criticità legate all’utilizzo dell’1-MCP, che necessita di frutti ad un omogeneo e soprattutto giusto grado di maturazione per fare in modo che si sviluppino quegli aromi inconfondibili ricercati dal consumatore di pere.

Copyright 2019 Italiafruit News