«Sardegna, serve dar valore all'insularità»

«Sardegna, serve dar valore all'insularità»
"Il settore dell’agricoltura in Sardegna ha un riconoscimento importante rispetto al proprio ruolo, dovuto al fatto che la Produzione lorda vendibile ammonta a circa 1,5 miliardi di euro l’anno e che non meno del 20% del fatturato industriale regionale è rappresentato dall’industria agro-alimentare".

Così Paolo Mele, presidente di Confagricoltura Oristano introducendo di lavori dell’assemblea regionale di Confagricoltura a Oristano e intitolata “Quale futuro per l’Agricoltura. La Pac da Bruxelles alla Sardegna".

"A mio avviso questo non basta – ha aggiunto Paolo Mele - Non è sufficiente riconoscergli il ruolo se poi non viene supportato in un percorso tutt’altro che semplice; occorre, infatti, garantire leve di competitività reale per tutti i settori, con evidenti e differenti criticità, che esporrò di seguito e che, per migliorare, necessitano di politiche regionali, nazionali e comunitarie mirate a creare valore aggiunto per il territorio e di conseguenza, per le imprese che vi lavorano». Nell’intervento di Paolo Mele, attenzione per “Insularità e continuità territoriale”.

"La nostra organizzazione ripropone con forza l’urgenza di porre in essere ogni iniziativa di carattere politico, volta al riconoscimento dello stato di insularità della Sardegna". Richiesta per il "riconoscimento del diritto alla continuità territoriale per passeggeri e merci sulle rotte aeree e marittime". Quanto alla Pac, "è necessario che la Regione sarda, in raccordo con le rappresentanze agricole e le altre Regioni, definisca rapidamente i suoi orientamenti e contribuisca a delineare i contenuti della nuova Pac da attuarsi nell’Isola".

Attenzione poi alle organizzazioni di produttori: "La Sardegna non ha l’attitudine innata all’aggregazione, al lavorare insieme per soddisfare logiche produttive e/o commerciali, eppure nel nostro territorio provinciale se pur con fatica sono nate ed operano diverse realtà di eccellenza: nel settore cerealicolo, in quello ortofrutticolo e in quello lattiero caseario, raggiungendo riconoscimento ed apprezzamento oltre l’Isola e in alcuni casi nel mondo, eppure queste imprese a volte devono rallentare la loro crescita oppresse dalla burocrazia".

Poi un passaggio sulla vertenza che riguarda il comparto ovi caprino. Situazione di crisi "provocata principalmente dalla sovrapproduzione di pecorino romano, aspetto che tra l’altro riguarda tutte le produzioni. Forse, nel caso specifico occorrerebbe che l’attuale tavolo di lavoro con Ministero-Regione-Rappresentanze di tutti i soggetti della filiera ovi-caprina diventi un tavolo permanente, che segua l’evoluzione e le dinamiche del Mercato al fine di programmare le produzioni. Naturalmente tutto ciò deve avvenire garantendo una democratica rappresentanza al tavolo, che non va confusa con una partecipazione allargata che, vista la recente esperienza, non ha dato i frutti sperati".

All’attenzione del presidente di Confindustria anche le questioni Ara e Apa, la necessità di recuperare il ritardo nel pagamento dei danni provocati dalle calamità naturali. Senza dimenticare poi le questioni relative alla necessità di portare avanti interventi per garantire un approvigionamento irriguo ed infrastrutturazione dell’agro.

Fonte: La Provincia del Sulcis