«Capitali privati nei Mercati, una chance per i grossisti»

Musso (Milano): ecco come si potrà investire e risparmiare. Bene il restyling, ma restano incognite

«Capitali privati nei Mercati, una chance per i grossisti»
Il via libera ai privati nelle società di gestione dei Centri agroalimentari lombardi apre interessanti prospettive per i grossisti: lo sostiene Salvatore Musso (nella foto) della Masterfruit Srl, società che opera all’interno dell’Ortomercato di Milano

“Molti i vantaggi e le opportunità legati a questa novità, da quello economico a quello dell’autonomia gestionale”, spiega Musso. “Masterfruit, ad esempio, occupa circa mille metri quadri di area mercatale e paga un affitto di circa 70mila euro l’anno; il trasferimento nei nuovi padiglioni mercatali di via Lombroso, una volta concluso, comporterà il raddoppio del canone e quindi l’affitto, per gli stessi mille metri quadri, salirà a 140mila euro l’anno. Ipotizzando un costo di 1,5 milioni di euro per acquistare lo stand, con un finanziamento di mutuo fondiario trentennale si avrebbe un costo di 50mila euro annui, che per quanto gravato dagli interessi è ben lontano dai 140mila euro di canone”. “Quindi - aggiunge Musso - perché pagare 140mila euro l’anno di affitto per sempre e a fondo perduto, quando con la metà circa di questo investimento sono da subito proprietario e posso avere la soddisfazione di sapere che comunque vada rimarrà qualcosa ai miei eredi?”.  



Il grossista milanese si dichiara “soddisfatto della conferma di Cesare Ferrero alla guida della Sogemi per il prossimo triennio". E spiega: "Eravamo abituati a veder cambiare continuamente il dirigente con conseguente cancellazione del progetto su cui aveva lavorato… Così è stato per Dubini e il suo faraonico progetto mai approvato, e prima ancora con Predolin e la Città del Gusto, mai nata”. 

“Bisogna riconoscere a Ferrero la sua abilità manageriale - sottolinea ancora Musso - che lo ha di fatto portato a ottenere un buon risultato nel suo mandato, riuscendo non solo a farsi approvare il progetto per il restyling dell’ortomercato milanese, ma anche a trovare i fondi per la realizzazione, per quanto a mio modesto avviso ancora ben lontano dal raggiungere gli obiettivi prefissati nei tempi dichiarati: non gli si può dare torto quando afferma che la burocrazia rallenta tutti quei processi che dovrebbero dare l’avvio al cantiere, ma oltre a questo va considerato il fatto che ad oggi un reale accordo siglato tra le parti, cioè tra padrone di casa e inquilini, non è stato ancora raggiunto”. Tanti i problemi ancora sul tavolo, evidenzia Musso, “tra questi al momento il più sentito è l’utilizzo della piattaforma logistica, la prima struttura che dovrebbe essere realizzata: pare che, anziché essere messa a disposizione di tutti gli operatori, sarà concessa a pochi eletti”. 



Musso conclude esprimendo l'auspicio che “Ago-Fedagro, la principale associazione di categoria di cui faccio parte, possa compattarsi ed essere forte è unita, e che con l’ente gestore possa prevalere la politica del dialogo, affinché nel futuro il nuovo Ortomercato di Milano torni ad essere uno dei Centri agroalimentari più importanti in Europa così come lo è stato per tanto tempo in passato”.

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