Conquistare turisti (e buyer) con... le angurie freschissime Made in Puglia

All'aeroporto di Bari spopola il cocomero stile street food. E Rewe approva l'idea

Conquistare turisti (e buyer) con... le angurie freschissime Made in Puglia
Il turista globale come target di riferimento. Tedeschi, cinesi, francesi e così via. Ma non solo. In aeroporto è possibile conoscere anche delegati di catene distributive estere. E' quello che è successo a Bartolomeo D'Aprile, giovane imprenditore che da qualche settimana ha allestito un banchetto per la vendita di angurie davanti al terminal arrivi dell'Aeroporto di Bari

"Nei giorni scorsi ho incontrato un responsabile controllo qualità del gruppo tedesco Rewe. Che, ora, tornerà a trovarmi perché gli sono piaciuti moltissimo i nostri prodotti e il concept Smile watermelon" ci spiega con soddisfazione D'Aprile. 

"L'attività di vendita è partita abbastanza bene, soprattutto perché nell'immaginario comune del consumatore estero la Puglia è la regione simbolo del cocomero. Ai viaggiatori cerco di trasmettere soprattutto il plus della freschezza, nel senso che i prodotti che propongo sono raccolti la mattina stessa o, al più tardi, il giorno prima nella nostra azienda agricola di Palagiano (Taranto), specializzata in angurie, uva senza semi e agrumi". 



Le persone che fanno scalo a Bari possono degustare due soluzioni: la singola fetta d'anguria, riposta in uno speciale astuccio take-away da passeggio, viene venduta a due euro; poi ci sono gli estratti freschi: la versione da 200 millilitri costa tre euro, quella da 350 millilitri cinque euro. 

“All'Aeroporto di Bari il flusso dei viaggiatori in entrata aumenta del 10% l'anno. La soddisfazione più grande è vedere che tantissime persone scelgono di ripassare da noi quando devono prendere il volo di ritorno”. Che cosa sto capendo da questa esperienza? "Che il consumatore sia europeo sia asiatico ha una visione completamente differente a quella del produttore medio italiano. Oggi si va alla ricerca della qualità e, quindi, del sapore. Aspetti che, però, oggi molte aziende agricole italiane tralasciano, pensando soprattutto alle quantità da produrre".



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