Così la Spagna batte l'Italia nella sfida del prezzo

Un confronto impari: costo del carburante e agevolazioni governative

Così la Spagna batte l'Italia nella sfida del prezzo

La competizione tra Italia e Spagna nel settore dell'ortofrutta conquista le pagine de Il Sole 24 Ore. Ma il confronto tra i due sistemi mette all'angolo il nostro Paese con numeri a dir poco eloquenti. Non solo la Spagna produce di più rispetto a noi (21 milioni di tonnellate vs 16,3 milioni), ma esporta tre volte tanto (12 milioni di tonnellate vs 3,55 milioni). Il segreto del sorpasso di Madrid nei nostri confronti? La logistica. Che deve essere "veloce e con costi sostenibili", come evidenzia Davide Vernocchi, coordinatore ortofrutta dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari. Perché se un chilo di arance costa tra 1,50 e 2,50 euro al chilo diventa complicato scontrarsi con la Spagna che riesce a venderle sui mercati europei addirittura a 50 centesimi in meno al chilo.

Frutta e verdura dei contadini spagnoli arrivano sempre più facilmente sui mercati europei, tanto che Madrid ha operato il sorpasso nei confronti dell'Italia ed è ora primo esportatore Ue del settore. La logistica recita un ruolo fondamentale, come spiegato da Ettore Prandini, presidente dell'organizzazione agricola Coldiretti, a Il Sole 24 Ore: "Se l'Italia non investe nelle vie di trasporto, soprattutto su rotaia, l'ortofrutta spagnola continuerà ad arrivare sui mercati europei in meno tempo e con costi inferiori". Ma analizziamo la situazione per gradi.

L'Italia, secondo la Coldiretti, è il Paese europeo con il costo dell'autotrasporto di merci su gomma più elevato. Dai nostri 1,60 euro al chilometro si passa agli 1,22 per la Spagna, senza considerare che la velocità commerciale media in Italia è più bassa rispetto agli altri paesi d'Europa di almeno di 5-10 chilometri. A ciò si aggiunge che "se per caricare bisogna passare da due o tre produttori diversi e se il ritorno è a vuoto, i costi lievitano ulteriormente", spiega Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti.


Ma non è ancora finita, perché le infrastrutture e il carburante danno una spinta in più alla Spagna. Il governo spagnolo contribuisce a rendere competitivo il trasporto con agevolazioni sul gasolio, che viene pagato 1,20 euro al litro contro gli 1,60 (con punte fino a 1,90 sulla rete autostradale) del nostro Paese. Situazione aggravata dalle carenze delle nostre infrastrutture che di fatto costringono i fornitori a spostarsi solo su gomma nei mercati dell'Unione europea. E infine il costo del lavoro: "In Italia il costo del lavoro è in media di 11,1 euro all'ora, a Madrid tra 5,1 e 7,7" spiega, da parte sua, l'organizzazione agricola Confagricoltura. "Se si considera che per la frutta la manodopera incide per il 40% del costo totale, il vantaggio è presto fatto".

In prospettiva, la Cina potrebbe essere un mercato molto interessante per alcuni prodotti, come le arance e i kiwi. "Sarebbe uno sbocco di mercato significativo in termini di volumi e di ricavi, ma un kiwi italiano che si imbarca a Genova o Venezia non arriva a Shangai o Pechino prima di 36 giorni - conclude Vernocchi - Se potessimo usare la rotaia, il viaggio si ridurrebbe a 20 giorni".

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