Consumare ortofrutta migliora la fertilità maschile

Consumare ortofrutta migliora la fertilità maschile
La fertilità maschile può migliorare con un “pieno” di frutta e verdura: lo dimostra una ricerca italiana secondo cui 800-1000 milligrammi al giorno di antiossidanti vegetali contenuti in 300 grammi di frutta e verdura possono raddoppiare in 2 mesi la motilità degli spermatozoi e quasi dimezzarne la frammentazione del Dna. Vitamina C, vitamina E, zinco, folati e beta-carotene di pomodori, peperoni, legumi, frutta secca, fragole e agrumi possono perciò migliorare sia la capacità di fecondazione degli spermatozoi, sia la loro qualità.

Gli antiossidanti contenuti nei vegetali sono un toccasana per gli spermatozoi: pomodori e peperoni, lenticchie e ceci, fragole e noci non devono mai mancare sulla tavola di chi vuole diventare papà: lo dimostra la prima ricerca italiana presentata in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia (Sia), a Bari dal 23 al 25 maggio scorsi. La motilità infatti raddoppia e soprattutto è quasi dimezzato l’indice di frammentazione del DNA, un parametro importante perché indicativo della buona qualità del seme maschile.

L’indagine è stata condotta su 30 pazienti tra 25 e 40 anni non fumatori con infertilità idiopatica, una delle cause di infertilità maschile in maggiore aumento e anche responsabile della gran parte dei casi: in questi pazienti le cause di infertilità non sono note ma sembra ormai certo un ruolo dello stress ossidativo, che comprometterebbe la qualità degli spermatozoi. “Una carenza dietetica di antiossidanti è stata dimostrata strettamente correlata al danno ossidativo sugli spermatozoi e alla frammentazione del Dna spermatico; questo, aggiunto a stili di vita non corretti e altri fattori di rischio come età, inquinamento ambientale, fumo o alcol, può contribuire a ridurre significativamente la fertilità maschile – spiega Alessandro Palmieri, presidente SIA e professore dell’Università Federico II di Napoli – . Studi precedenti hanno tuttavia dimostrato che integratori a base di vitamina C, vitamina E, beta-carotene, folati e zinco possono sopperire alle carenze nutrizionali e a stili di vita non corretti aiutando a migliorare i parametri seminali”. Per questo la coordinatrice del nuovo studio italiano, Giuseppina Peluso, responsabile laboratorio di semiologia-Pma Azienda Ospedaliera di Cosenza, ha proposto ai pazienti una dieta naturalmente ricca di sostanze antiossidanti come carnitina, coenzima Q10, vitamine del gruppo B, L-arginina, zinco acido folico e vitamina C, associandola a un corretto stile di vita per poi valutare, dopo due mesi di intervento, se vi fossero stati miglioramenti sulla qualità del liquido seminale.

“I partecipanti erano mediamente in sovrappeso e abbiamo perciò proposto una dieta ipocalorica con un apporto medio di 1500 calorie al giorno, composta per il 25% da proteine e con carboidrati a basso indice glicemico; i prodotti vegetali introdotti nella dieta contenevano soprattutto vitamina C, E, beta-carotene, folati e zinco, per un introito quotidiano fra 800 e 1000 milligrammi di antiossidanti da circa 300 grammi di frutta e vegetali – racconta Peluso -. Dopo due mesi abbiamo osservato che la motilità degli spermatozoi in generale è aumentata dal 10 al 25%, e soprattutto che dopo la dieta è raddoppiata, passando dal 7 al 15%, la motilità progressiva: gli spermatozoi hanno cioè movimenti attivi in cui percorrono una traiettoria rettilinea, non solo movimenti qualsiasi di testa o coda senza una progressione nello spazio. Inoltre, abbiamo verificato un miglioramento significativo in termini di frammentazione del DNA, indice di buona qualità degli spermatozoi: l’indice di frammentazione, che è pari al 7% nei controlli sani ed era del 20% prima della dieta, con l’alimentazione antiossidante è sceso al 12%”.

Fonte: Askanews