«La Germania rallenta, ecco perché dobbiamo preoccuparci»

Borriello (Ismea): “Export, recuperare competitività e sfruttare il fattore italianità”

«La Germania rallenta, ecco perché dobbiamo preoccuparci»
Se la locomotiva d'Europa rallenta sono guai grossi, soprattutto per un Paese come l'Italia che lega le sue esportazioni a doppio filo con la Germania, che assorbe quasi un terzo dell'export di frutta italiana e che lo scorso anno ha fatto registrare un calo del 9%. I dati sull'export ortofrutticolo italiano - crollato del 12% nel 2018 - non sono positivi nemmeno nei primi mesi del 2019 (clicca qui per leggere la notizia).

"I dati sull'export sono numeri che fanno male - ha detto Raffaele Borriello, direttore generale dell'Ismea, durante l'ultima edizione di ThinkFresh - E' una debacle da evitare, è un problema di primo piano e legato alla competitività delle nostre imprese. Siamo riusciti a superare gli anni della crisi proprio grazie allo sfogo avuto sulle esportazioni e con l'export abbiamo ridotto l'impatto della crisi economica. Ecco perché il problema è molto serio e lo è ancora di più quando il nostro partner principale è la Germania. Sul mercato tedesco perdiamo percentuali importanti sia per la frutta che per il vino, i due prodotto agroalimentari più esportati, quindi c'è un problema serio. Non tanto e non solo per il calo, ma perché quelle quote di mercato perse non le riconquisteremo subito: ci sono Paesi agguerriti pronti a subentrare. E se guardiamo quello che è successo ai consumi interni la faccenda si fa ancora più grave, perché non accennano a mostrare quello sprint necessario a un recupero di quote".

Raffaele Borriello Ismea

E le notizie che arrivano dalla Germania non sono incoraggianti. "La cosa più grave - aggiunge Borriello - è che nel 2019 in Germania è prevista una crescita dello 0,8% e se il Paese cresce meno, diminuisce la domanda di importazione e noi saremo il primo sistema ad essere colpito. I dati sono questi, senza fare allarmismo, ma è una prospettiva con cui bisogna confrontarsi".

E per prendere le adeguate contromisure si pone il tema della competitività delle imprese ortofrutticole italiane. "Le nostre aziende hanno costi di produzioni elevati, pensiamo solo all'ultimo incremento del costo dei carburanti", aggiunge il direttore generale di Ismea. Però ci sono armi che l'Italia può sfoderare in chiave export e le ricerche del Monitor Ortofrutta di Agroter lo hanno dimostrato (clicca qui per leggere l'articolo). "Il tema della tipicità è una grande opportunità - rimarca il direttore generale di Ismea - Il segmento ha dato prova di crescere in termini di fatturato ed esportazioni, è un filone che va aiutato. Il mondo ci riconosce l'italianità, che è un grande valore da spendere e che può permettere ai prodotti ortofrutticoli di guadagnare spazio sui mercati - conclude Raffaele Borriello - Ma è un percorso che richiede un grande investimento".

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