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Drupacee, la Spagna richiede (già) gli aiuti Ue
Ava-Asaja: urge attivare il meccanismo dei ritiri per evitare il disastro
Malgrado la campagna delle drupacee sia iniziata solo da qualche settimana, l'aria che si respira in Spagna è a dir poco deprimente. I frutticoltori spagnoli sono fortemente preoccupati per il pessimo avvio di stagione, caratterizzato da prezzi bassi e consumi stagnanti in tutta Europa.
L'annata è iniziata talmente male che l'organizzazione agricola valenciana Ava-Asaja ha già sollecitato il ritiro dal mercato di pesche, nettarine e albicocche. Vale a dire la classica misura di sostegno al redditto che l'Unione europea può attivare in presenza di crisi di mercato.
L'associazione ha denunciato, attraverso una nota stampa, che i produttori valenciani di varietà precoci stanno facendo molta fatica a trovare acquirenti. E nei casi positivi la scelta è desolante: "O cedono i loro prodotti sotto i costi di produzione, oppure li lasciano in conto vendita ai magazzini, senza alcun accordo sul prezzo".
Cristóbal Aguado, presidente di Ava-Asaja
"La regione di Valencia, lo stato centrale e l'Ue devono assolutamente collaborare per raddrizzare lo sfortunato inizio di stagione ed evitare che il disastro sia irreversibile", sottolinea Ava-Asaja. "I meccanismi di ritiro previsti dalla legge europea devono entrare in funzione con carattere di massima urgenza", specifica il presidente Cristóbal Aguado. Che aggiunge: "Anche gli agricoltori che non fanno parte delle OP dovrebbero poter ricevere gli aiuti per i ritiri. Bisogna agire e farlo subito".
Del resto, la prospettiva di aumento dei volumi di pesche e nettarine (+12% in Spagna, +10% a livello europeo) non è favorevole per invertire la rotta. "Ciò che è più inquietante è la paralisi dei mercati - conclude Aguado - Sappiamo per esperienza che se una campagna parte così male, allora è molto difficile far risalire le quotazioni".