Ortomercati, la Lombardia apre ai privati

La Regione: stop all'obbligo di maggioranza pubblica. Novità a Milano, anche nel Cda Sogemi

Ortomercati, la Lombardia apre ai privati
Niente più obbligo di prevalenza pubblica nelle compagini societarie dei Centri agroalimentari lombardi e maggiore spazio ai privati: il 28 maggio sarà votato in Consiglio regionale un progetto di legge sulla semplificazione che riforma normative risalenti al 2010, compresa quella che imponeva come l’istituzione di mercati all'ingrosso dovesse “essere assunta da consorzi e società il cui capitale sia pubblico per almeno i due terzi”. 



La proposta di legge, al vaglio delle Commissioni, è destinata ad eliminare questo vincolo, particolarmente sentito negli Ortomercati di Milano e Brescia (il terzo polo è Bergamo), ma viene guardata con preoccupazione dai Cinque Stelle: i Pentastellati sono contrari a una “privatizzazione indiscriminata dei mercati all’ingrosso della Lombardia e quindi anche dei Mercati Generali di Milano” perché avrebbe “un impatto enorme sul futuro della grande distribuzione”. Di qui la richiesta di audizione urgente sia a Sogemi che al Comune di Milano. La totale privatizzazione in un settore gestito senza fini di lucro - il pensiero degli oppositori - potrebbe facilitare il trasferimento dei mercati su altri spazi e aumentare i rischi di infiltrazione mafiosa “perché nessun privato può investire per non fare lucro, se non chi deve riciclare denaro".



Possibili cambiamenti in vista, dunque all’Ortomercato di Milano, dove si attende ancora il semaforo verde al restyling destinato a cambiare veste e contenuti dell’importante struttura; per qualcuno il vento di privatizzazione potrebbe incidere sugli attuali progetti di riqualificazione e sulla loro gestione. Nei giorni scorsi intanto il Comune ha pubblicato l’elenco dei suoi nominativi per il Cda di Sogemi: insieme all’attuale presidente Cesare Ferrero, ci sono Alessandro Maria Cremona e Elena Maria Letizia Ciocio, vicepresidente dell’Associazione Grossisti Ortofrutticoli Ago-Fedagro. I grossisti entrano nella stanza dei bottoni, dunque.

Proprio Ago, nelle prossime settimane, procederà con l’elezione del direttivo in una fase cruciale per le aziende che lavorano negli stand di via Lombroso: “il futuro Ortomercato sarà per molti ma non per tutti, non ci sarà più spazio per le società improvvisate o carenti di quei requisiti che non assicurino la legalità, igiene, sicurezza, causa di concorrenza sleale e ulteriore degrado”, il commento di chi, tra i grossisti, vuole voltare pagina.

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