Dop e Igp ortofrutticole, avanti piano

Nomisma a Sol&Agrifood: dal 2010 al 2017 crescono consumi ed export ma meno della media

Dop e Igp ortofrutticole, avanti piano
Crescono in modo costante, ma non prepotente, le vendite di prodotti ortofrutticoli Dop e Igp sul mercato interno e all'estero: è quanto emerso ieri in occasione del talk show inaugurale di Sol&Agrifood - in corso in Fiera a Verona insieme a Vinitaly - dal titolo “Conquistare il consumatore: l’esperienza femminile nel mondo dell’eccellenza agroalimentare italiana”. Alla presenza della sottosegretaria alle Politiche agricole alimentari forestali e turismo Alessandra Pesce, Evita Gandini di Nomisma ha presentato una ricerca dalla quale emerge come dal 2010 al 2017 il valore al consumo nella categoria sia passato da 484 a 824 milioni di euro (+70%), a fronte di un dato complessivo di 14,7 miliardi di euro (erano 8,2 nel 2010), il 79% in più. Nello stesso periodo l’export di specialità ortofrutticole aumenta invece “solo” del 31% (da 123 a 161 milioni di euro) a fronte di un balzo complessivo dell’84% (da 1,9 a 3,5 miliardi di euro). 



Gli ortofrutticoli restano la categoria numericamente più rappresentata con circa 110 certificazioni e volumi produttivi attorno alle 658mila tonnellate. Nel 2017 valevano 286 milioni di euro alla produzione, in discesa del 10,6% rispetto all’anno precedente; anche l’export, due anni fa, è calato (quasi il 30% sul 2016) a causa delle cattive performance delle mele altoatesine per colpa del maltempo.


 
Per Nomisma, due italiani su dieci comprano alimenti Dop e Igp abitualmente. Questa propensione all’acquisto e la sensibilità nei confronti dei marchi “certificati” sono maggiori nelle grandi città e in generale nel centro Italia. Alcune tipologie familiari, inoltre, risultano più attente alla qualità dei prodotti alimentari: si tratta di nuclei con figli conviventi in cui il responsabile degli acquisti è donna, over 45 anni e con titolo di studio elevato. 



Per quanto riguarda la percezione del Made in Italy nel mondo, le ultime indagini multi-country svolte da Nomisma negli Emirati Arabi,  in Regno Unito ma anche in Cina, evidenziano come circa 4 consumatori su 10 affermino che il nostro cibo e il nostro vino siano in assoluto i prodotti più rappresentativi del dell'"italianità" prima ancora di moda, auto e arredamento. 

All’estero, il food&beverage italiano richiama innanzitutto il concetto di “qualità” per circa un quarto dei consumatori stranieri che, pensando al nostro cibo, evocano anche immagini come “tradizione/cultura”, “salute” e “stile”. I prodotti della cultura gastronomica italiana che più attraggono i consumatori stranieri sono nell’ordine pizza, pasta e olio extravergine.

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