Confcooperative presenta a Salvini l'ananas Dolcetto

Il presidente Gardini: «Esempio di come aiutare l'Africa in casa propria»

Confcooperative presenta a Salvini l'ananas Dolcetto
Confcooperative ha presentato al vicepremier Matteo Salvini l'ananas Dolcetto, frutto del progetto di cooperazione allo sviluppo per il Togo realizzato da Coopermondo, la Ong costituita da Confocooperative e Federcasse.

Ieri il ministro dell'Interno è intervenuto nel corso del seminario “Seminiamo il futuro dell’Africa: il ruolo della cooperazione” e sul banco dei relatori era presente l'ananas Dolcetto, simbolo di crescita e occupazione per le comunità africane.

Un gruppo di sei Banche di Credito Cooperativo (Bcc del Garda, Banca Cras Sovicille, Banca del Veneziano, Bcc di Roma, Cr di Treviglio, Emilbanca) ha erogato un finanziamento da 2 milioni di euro a due istituti locali di micro finanza che a loro volta sostengono lo sviluppo di cooperative agricole nel paese. E' cosi che attraverso formazione, assistenza tecnica e microcrediti erogati a istituzioni di microfinanza locali, Coopermondo ha accompagnato la creazione di oltre 150 cooperative. Tra queste c’è CPJPPAB che riunisce 1018 giovani agricoltori, di cui un terzo donne, che coltivano 500 ettari di ananas biologico di varietà pan di zucchero, chiamato “Dolcetto”, commercializzato in Italia con il marchio Alce Nero grazie a Brio e alla cooperativa Agrintesa.



La vendita in Italia ammonta a 50 tonnellate per sei mesi. E' così che i produttori agricoli del Togo che coltivano ananas biologici sono riusciti a organizzarsi in cooperativa per commercializzare al meglio il loro prodotto in un Paese dove il reddito medio è di appena 310 dollari, il 32,3% vive sotto la soglia di povertà, il 35% del Pil arriva dall’agricoltura che occupa il 75% della popolazione attiva.

Salvini ha evidenziato come sia "opportuno esaltare quanto c’è di buono nella cooperazione e colpire quei pochi esempi che ne macchiano l’immagine".

Maurizio Gardini Confcooperative

"Se le migrazioni in gran parte muovono da povertà e crisi economica, vogliamo raccontare una storia che da una speranza e un’effettiva possibilità di “aiutare” l’Africa in casa propria - spiega Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative - Il progetto Dolcetto è la dimostrazione che si può fare. Si può giocare la sfida della lotta alla povertà a casa loro implementando lavoro reddito e acquisendo una dignità piena che può essere contagiosa. Quello che è più interessante – conclude Gardini – è che se questi africani togolesi avessero affrontato l’impervio 'viaggio della speranza' e fossero arrivati tra mille difficoltà nei nostri porti, e fossero entrati nel circuito dell’accoglienza, in meno di 10 giorni lo Stato avrebbe speso di più di quel che è stato necessario per aiutarli a casa loro".

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