Nuova Via della Seta? Una grande illusione per l'ortofrutta

Rubbi (Cso Italy): l'embargo russo rende impraticabile la rotta terrestre

Nuova Via della Seta? Una grande illusione per l'ortofrutta
Gli esportatori italiani di ortofrutta potranno difficilmente trarre benefici immediati dal Memorandum of understanding sulla “Nuova Via della Seta” ("Belt and Road Initiative") che l'Italia potrebbe firmare in occasione della visita del presidente cinese Xi Jinping, in programma dal 21 al 24 marzo prossimi. Rimane infatti aperto il problema di politica estera con la Russia, che non consente il passaggio di treni con prodotti Ue sotto embargo, tra cui quelli ortofrutticoli. 

“Per i pochi articoli che possiamo esportare in Cina, quali kiwi, arance rosse e limoni, il progetto cinese rappresenterebbe in teoria una grandissima opportunità per velocizzare e ampliare le nostre spedizioni attraverso la via terrestre - dice Simona Rubbi, responsabile internazionalizzazione e relazioni internazionali del Cso Italy - I container frigo che viaggiano sui treni veloci sono gli stessi di quelli che si utilizzano nelle spedizioni marittime e sarebbe già possibile effettuare le procedure di cold treatment in transito, abbattendo ulteriormente i tempi”.


Simona Rubbi 

"La Federazione Russa, tuttavia, non consente nemmeno il transito di prodotti oggetto di embargo sul proprio territorio - conclude Rubbi - Per superare questo difficile problema, servirebbe quindi una azione istituzionale di mediazione da parte di tutta l'Unione europea, non solo dell'Italia".

L’auspicio degli operatori italiani è che l’adesione del nostro Paese alla “Nuova Via della Seta” possa comunque favorire i nostri rapporti con la Cina, al fine di finalizzare in tempi ristretti il dossier congiunto per mele e pere, per poi proseguire con altri prodotti come uva da tavola e pesche/nettarine che la Spagna può già spedire in Cina. 



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