Cinque priorità per il rilancio del settore

Le sfide dell'ortofrutta al centro di un convegno Coldiretti che si è svolto venerdì a Verona

Cinque priorità per il rilancio del settore
Il rilancio dell’ortofrutta passa da qualità, sostenibilità, aggregazione, contratti di filiera e più export. Un “pokerissimo” di priorità emerse dal convegno tenutosi venerdì pomeriggio al Centro Congressi Direzionale Veronamercato. Lorenzo Bazzana, responsabile del settore economico della Coldiretti nazionale ha evidenziato il bisogno di "esportare maggiormente e mantenere il mercato interno attraverso più canali". I punti di forza, ha aggiunto, non mancano: "il cibo italiano è il meno contaminato al mondo e l’Italia è al primo posto sulla sicurezza alimentare. I residui di agrofarmaci superiori ai limiti di legge, in ortofrutta, sono appena lo 0,4%, dato inferiore di oltre quattro volte a quello riscontrato  in media nell’Ue e oltre 12 volte inferiore al 4,7% dei Paesi extracomunitari”. 

Sul fronte dell’export Bazzana ha ricordato l’embargo russo che penalizza fortemente l’Italia e frena prodotti d’eccellenza come le mele Granny Smith del Veronese. Ma, in generale, il problema è la perdita di competitività: “In 10 anni la Spagna è diventato il primo esportatore di ortofrutta in Europa, mentre l’Italia è rimasta al palo. Il tracollo di pesche e nettarine è emblematico. Mele e kiwi, ad oggi si difendono meglio”.  



Altri tema trattati, la comunicazione e la valorizzazione dei prodotti. “Ci hanno fatto credere - la denuncia di Bazzana - che le banane siano ricche di potassio. E la banana è il terzo frutto più consumato in Italia dopo mele e arance. In realtà la specie con maggior contenuto di potassio è il kiwi. E' anche per questo motivo che importiamo tante banane e ne mangiamo più dei kiwi”. 
L’aggregazione in ogni caso è la strada maestra, ha aggiunto l’esponente Coldiretti per raggiungere mercati lontani. Bazzana si è quindi soffermato sulle caratteristiche dei contratti di filiera. 

Paolo Merci, direttore di Veronamercato ha illustrato i dati relativi al la movimentazione nella struttura agroalimentare scaligera: oltre 430mila tonnellate di prodotti l’anno, il 18-20% rappresentata da prodotti veronesi. Ha poi fatto una carrellata sui vari investimenti in corso nella piattaforma insediata nel Quadrante Europa.

Alex Vantini, delegato provinciale Giovani Impresa Coldiretti Verona e frutticoltore non ha nascosto che il settore è in difficoltà e, ha detto, "al momento presenta poche prospettive per tutta una serie di problematiche: dalla volatilità dei prezzi alla concorrenza straniera fino all’export che nel 2018 ha segnato un valore in calo". Alla luce di questi scenari – ha precisato Vantini – è determinante la componente organizzata per promuovere l’ortofrutta. Il 48% della produzione ortofrutticola nazionale è veicolata attraverso le Organizzazioni dei produttori ma le Op non funzionano come dovrebbero. Credo che la giusta strada sia la valorizzazione dei prodotti e il collegamento delle produzioni ortofrutticole ai plus del territorio, puntando su tradizione e biodiversità, esclusiva tipica dell’Italia”. 

In chiusura di convegno Lorenzo Tosi di Agrea è tornato sull’ormai consolidato e ben conosciuto problema della cimice asiatica. “In questa fase le cimici stanno uscendo dai rifugi invernali per andare verso le colture: è un buon momento per controllare e iniziare a individuare la presenza dell’insetto alieno sulle produzioni nell’ottica di concentrare la difesa”. Tosi si è quindi soffermato sulle azioni e sugli antagonisti che possono dare un contributo nella lotta a quello che si è rivelato un vero e proprio flagello per l’ortofrutta, anche nel Veronese.

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