Castagne, la Campania punta sulla qualità a residuo zero

I produttori potranno combattere le malattie grazie alle nuove norme tecniche regionali

Castagne, la Campania punta sulla qualità a residuo zero
Da più di dieci anni a questa parte, il settore castanicolo della regione Campania ha perso i mercati internazionali per problemi di qualità causati dal Cinipide galligeno e da malattie fungine. Con le nuove "Norme tecniche in materia di castanicoltura da frutto", appena approvate dalla Giunta regionale, gli operatori confidano di poter riconquistare un ruolo di primo piano nello scenario sia nazionale sia mondiale.

"Grazie al regolamento regionale torneremo a offrire castagne di alta qualità, già a partire dalla prossima stagione", dice a Italiafruit News Salvatore Malerba, proprietario dell'azienda Castagne Malerba di Montella (50 ettari), in provincia di Avellino, e coordinatore regionale del gruppo economico Frutta a guscio della Cia Campania.

"Il provvedimento, importantissimo, ci consentirà di aiutare le piante stressate attraverso interventi agronomici a residuo zero, di riqualificare un prodotto tradizionale come la Castagna di Montella Igp e di fermare lo spopolamento delle montagne e delle aree interne. Ringrazio per questo il consigliere Franco Alfieri e la digirente Mariella Passari. Ora starà ai produttori seguire le linee guida con la stessa serietà con cui la norma è stata approvata".


Salvatore Malerba

Con circa 13mila ettari, la Campania è la prima regione castanicola d’Europa e concentra circa il 60% della produzione italiana. La provincia di Avellino, da sola, aggrega più della metà delle quantità campane. Nel 2018 il marciume interno causato da "Gnomoniopsis Discula Pascoe" aveva provocato parecchi danni ai castanicoltori. "Per combattere Gnomoniopsis, grazie alle linee guida, potremo utilizzare un prodotto biologico a base di rame", evidenzia Montella.

"Per gli imprenditori campani, le nuove linee guida rappresentano uno strumento utile per poter indirizzare la propria attività, mettendo fine all'incertezza - commenta Paolo Conte, direttore di Copagri Campania - La nostra associazione si sente di esprimere un parere positivo nei confronti dei contenuti del regolamento, frutto del grande lavoro di squadra che abbiamo svolto assieme a Cia e Confagricoltura e che l'Assessorato all'agricoltura, con il consigliere Franco Alfieri, ha recepito. Adesso bisognerà rimboccarsi le maniche per portare i produttori ad applicare in campo le linee guida".


Paolo Conte

Da parte sua Mario Miano, rappresentante di Confagricoltura Campania, evidenzia: "L'obiettivo della sinergia con Cia e Copagri, che ha trovato poi l'appoggio della Coldiretti locale, era quello di creare un documento comune per difendere l'intero comparto dal fungo Gnomoniopsis e da ogni altra patologia, come la Fersa. Le quali si possono superare solo attraverso una corretta gestione agronomica dei castagneti, svolta nel pieno rispetto dell'ambiente. Il regolamento regionale, tra le varie misure, definisce che la potatura deve essere svolta annualmente per eliminare i rami secchi e/o attaccati da funghi e che i muretti a secco devono essere inferiori a un metro di altezza". 


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