Bilanci positivi e novità per Brio e Alce Nero Fresco

Tutti con il segno più i dati 2018. Fusato: notorietà e rotazioni in ascesa ma servono altri spazi

Bilanci positivi e novità per Brio e Alce Nero Fresco
La “galassia” Brio si espande e prepara nuovi “lanci”. Il gruppo specializzato nell’ortofrutta biologica ha chiuso il 2018 con un fatturato di 75,6 milioni di euro, l’8,5% in più dell’anno precedente, commercializzando 45mila tonnellate di prodotto (+24%), “in linea, e anzi qualcosa meglio, rispetto alla performance del bio nel nostro Paese”, sottolinea il direttore commerciale Tom Fusato. La Gdo “vale” il 67% del business complessivo, la ristorazione il 25%, specializzati e industria il 4% ciascuno. Il 35% della produzione raggiunge i mercati esteri, una quota destinata a lievitare, dopo alcuni anni dedicati principalmente allo sviluppo in Italia, “alla luce dei forti investimenti dei soci produttori che aumenteranno i quantitativi disponibili rendendo necessari ulteriori sbocchi Oltralpe”. Sono infatti centinaia gli ettari in conversione in tutta Italia, dal Veneto all’Emilia Romagna, dal Lazio alla Basilicata, dalla Campania alla Sicilia dove, tra gli altri frutti, verrà coltivato anche l’avocado, cui sono dedicati una cinquantina di ettari. “E’ l’effetto delle importanti partnership concretizzate nel 2018”, puntualizza Fusato. Il 2019 sarà anno di consolidamento. E di festeggiamenti: Brio celebra i primi 30 anni di vita. E a inizio autunno, organizzerà un evento per salutare il significativo traguardo.


L'esposizione dello stand Brio al Biofach

Novità robuste in vista per Alce Nero Fresco, joint venture tra Alce Nero, La Linea Verde e la stessa Brio che da luglio 2017 si occupa di produrre e commercializzare prodotti freschi biologici legati all'ortofrutta: “Il giro d’affari dello scorso anno ha raggiunto i 2,3 milioni di euro, più che triplicando il dato del 2017 che era stato di 700mila euro”, spiega Fusato, direttore commerciale del sodalizio. “Significativo il fatto che il 16% delle famiglie italiane, stando ai dati Nielsen, abbia comprato prodotti a brand Alce Nero acquistando mediamente 3,8 prodotti: siamo primi per notorietà con il 19% di conoscenza spontanea. Le zuppe fresche Alce Nero Fresco, a fine gennaio, sono risultate prime in termini di rotazioni nel biologico e al terzo posto assoluto nel comparto, facendo meglio anche della Mdd del bio”.



A inizio anno la società ha ampliato la gamma dei prodotti trattati: non solo IV gamma di verdura, zuppe, estratti, ma anche latticini e uova, “perché vogliamo arrivare ad occuparci di tutti i prodotti freschi”. In cantiere il lancio di ulteriori nuovi prodotti per espandere la gamma: le presentazioni avverranno a maggio e a settembre. 



Un settore in salute, il biologico, ma non privo di problemi: “Il fattore limitante restano gli spazi a disposizione nelle catene distributive, il bio in Italia vale il 3,7% e pur essendoci un incremento costante, la sua incidenza resta limitata”, sottolinea Fusato. “Per fare il salto di qualità indispensabile per portare l’Italia al livello di altri Paesi europei, c’è bisogno quindi di un passo diverso da parte degli attori della distribuzione, con maggiori superfici dedicate e campagne di comunicazione impattanti: negli ultimi tempi in Italia se ne vedono poche, almeno per l’ortofrutta. Serve dare una spallata, perché la produzione sta venendo avanti e il timore che i volumi disponibili progrediscano significativamente più delle vendite, con conseguente riduzione del valore, c’è tutto”. 

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