«Delibere sospette e conflitti d'interessi al Caat»

Trasparenza e rifiuti, dossier al veleno dell'ex consigliera Ferrarini. Lazzarino: falsità

«Delibere sospette e conflitti d'interessi al Caat»
Una (ormai ex) consigliera di amministrazione che divulga un dossier al veleno e se ne va sbattendo la porta, i vertici delle società di gestione che respingono le accuse al mittente e minacciano di adire le vie legali. Il Caat di Torino finisce sui giornali per una vicenda intricata legata soprattutto allo smaltimento dei rifiuti che affonda le radici nel 2015, prima dell’insediamento dell’attuale Cda. Patrizia Ferrarini, nel Consiglio da due mandati, responsabile trasparenza e anticorruzione del Centro agroalimentare, ha inviata un relazione ai soci (il più importante è il Comune di Torino, con il 93% delle quote) denunciando verbali falsificati, decisioni in contrasto con gli interessi della società e conflitti d’interessi. 

Capitolo-rifiuti: le 84 aziende grossiste devono pagare da anni non solo per lo smaltimento dei residui nei propri stand, ma anche per quelli degli spazi comuni; un nutrito gruppo di operatori non ci sta e avvia una serie di contenziosi. A fine 2018 il Cda del Caat - stando al dossier della Ferrarini - avrebbe deliberato di non richiedere il contributo per lo smaltimento, avvantaggiando gli operatori "ribelli": tra questi il grossista Edoardo Ramondo, componente del Cda e principale “obiettivo” dell’ex consigliera - per il duplice ruolo da lei definito "conflittuale" - insieme al presidente Marco Lazzarino, nominato dal sindaco pentastellato Chiara Appendino. 



Contattato da Italiafruit News, Lazzarino (foto sopra), nega però sia mai stata approvata una "delibera-condono": “Quelle di Ferrarini sono affermazioni gravi e false da parte di chi, tra l'altro, non si  è presentato in Cda dalla fine dello anno scorso e negli ultimi tempi ha inviato solo degli scritti”, spiega. E aggiunge: “Il contributo per i rifiuti era previsto dal precedente business plan terminato nel 2018 su cui sono sorti numerosi contenziosi in quanto il contratto di locazione non parla esplicitamente di questo contributo”. 

“Il nuovo Cda, insediato nel settembre 2017 - prosegue il presidente - ha avuto mandato dai soci di risolvere in maniera bonario le controversie e le forti situazioni di conflittualità in essere tra ente gestore e grossisti. Con l’assunzione del nuovo direttore Cornelio Meglio, che ha colmato la lacuna causata dalla scomparsa del predecessore Massimo Busi, è stato avviato un piano di rilancio e risanamento, tagliando tra le altro cose una serie di consulenze; un’azione che non è stata gradita da Ferrarini”.



Nel nuovo business plan 2019-2022 approvato da tre dei cinque consiglieri (assente la Ferrarini, espressione di Asco, astenuta Roberta Baima, indicata dall’altra associazione dei commercianti Confesercenti) non si fa cenno al contributo per i rifiuti “perché - spiega Lazzarino - i contratti di locazione per i grossisti saranno ridefiniti quest’anno; ed è in questo ambito che la materia sarà trattata”. 

La relazione della Ferrarini - scriveva ieri La Stampa - fa riferimento anche a verbali falsificati (la trascrizione non coinciderebbe con la registrazione), mancanza di trasparenza e scelte che aumenterebbero i costi di gestione e i rischi ambientali. 

E la polemica politica non si è fatta attendere: “Alla presidenza del Caat la giunta Appendino ha nominato un amico dell’assessore Sacco, ma anche amico del marito della stessa sindaca”, ha dichiarato nel pomeriggio Roberto Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Torino. “Senza voler mettere in dubbio le capacità professionali del presidente Lazzarino – ha detto Rosso - sarebbe stato meglio reclutare i manager al di fuori della ristretta cerchia di amici e parenti”.  Della vicenda Caat si parlerà oggi al palazzo Civico, sede del Comune del capoluogo piemontese.

Copyright 2019 Italiafruit News