Vertenza Treofan, mobilitazione in Campania

Vertenza Treofan, mobilitazione in Campania
"Per noi esiste solo il piano A: riaprire la Treofan". Riecheggiano, stavolta a Battipaglia (Salerno), i cori dei lavoratori, che da un mese presidiano l’azienda. Sabato mattina, circa trecento persone hanno manifestato per smuovere le acque sulla vicenda che tiene in ostaggio 80 lavoratori.

“Viene meno un altro pezzo importante della nostra economia provinciale e tutto ciò si ripercuoterà gravemente sull’intera economia provinciale.” Sono le sconfortate parole che il presidente di Confagricoltura Salerno, Antonio Costantino ha espresso nel corso del recente consiglio dei dirigenti dell’organizzazione agricola per sensibilizzare tutti i più importanti imprenditori del settore a farsi parte diligente nella mobilitazione indetta contro la chiusura dello stabilimento Treofan di Battipaglia, leader internazionale nella produzione di film in polipropilene biorientato, materiale utilizzato nell’allestimento delle serre, di recente acquisita dal gruppo indiano Jindal Films Europe d in pericolo di chiusura.

L’azienda, che fino alla fine dello scorso anno ha rappresentato un sito di eccellenza con una produzione a pieno regime, impianti moderni e personale sereno dal punto di vista occupazionale, ha improvvisamente e senza alcun preavviso o giustificazione, interrotto tutte le attività e contestualmente svuotato i magazzini delle materie prime per spostare materiali ed ordini verso altri siti produttivi europei.

“Voglio sottolineare – ha proseguito il presidente Costantino – che quanto sta accadendo nello stabilimento Treofan di Battipaglia rappresenta un offesa alla dignità delle persone e da imprenditore che rappresenta gli imprenditori non posso che comunicare tutto il mio biasimo verso la mancanza di etica e di morale che sembra contraddistinguere i vertici indiani dell’azienda. Mi auguro – ha proseguito - che  a fronte della mobilitazione forte che l’intera cittadinanza Battipagliese sta già manifestando da diverse settimane per scongiurare la perdita dei circa cento posti di lavoro diretti, senza considerare poi il danno che deriverà all’intero indotto, compreso quello agricolo ed in assenza di una causa effettivamente giustificante un comportamento così devastante, i vertici aziendali si rendano effettivamente conto del danno enorme che stanno per arrecare ad un’intera comunità e si ravvedano nella loro decisione che vista così appare davvero sconsiderata”.

Fonte: Il Mattino e Confagricoltura Campania