«Ciliegie, fare sistema a Nord»

Da Verona la proposta di un'intesa tra aree vocate. Stagione nera per la Drosophila

«Ciliegie, fare sistema a Nord»
Sos per la ciliegia veronese. Un frutto dal valore di mercato di 20 milioni di euro che si è dato tre priorità (un Consorzio di tutela, l’Igp e la collaborazione con i produttori delle altre province vocate), per risollevare le sorti dopo una stagione particolarmente critica, funestata dalla Drosophila Suzukii capace di falcidiare oltre un terzo del raccolto. Sono le principali coordinate emerse dal convegno di mercoledì in Camera di Commercio a Verona, dove si sono confrontati alcuni dei massimi esperti delle principali aree produttive del Nord Italia (dal Trentino a Vignola) sul tema della “Criticità e prospettive della cerasicoltura nel Nordest”.

Verona è la prima provincia del veneto per produzione di ciliegie e la terza in Italia; nel 2017 la produzione è stata di 120.970 quintali, in calo del 38% sul sul 2018, proprio a causa della Drosophila. Un migliaio gli ettari coltivati, prevalentemente in collina, ma anche nella media pianura. “Occorre creare un Consorzio che riunisca le molte anime della ciliegia veronese dando indicazioni su programmazione della scelta varietale, tecniche di coltivazione più moderne, ricerca e promozione unica, magari in collaborazione con il Consorzio di Vignola e i produttori trentini - ha spiegato l’esponente della Camera di Commercio, Claudio Valente - per poi puntare sull’indicazione geografica protetta”.



Contro la Drosophila valgono gli stessi consigli della lotta alla cimice asiatica: "Sono caldamente consigliate le reti - ha affermato Walter Monari del Consorzio Ciliegia Vignola Igp e direttore del mercato ortofrutticolo di Vignola - ma sono importantissimi il monitoraggio e la raccolta tempestiva perché il moscerino aggredisce il frutto maturo". Reti che - sia quelle anti grandine sia quelle anti insetto - dovrebbero essere inserite in un capitolo del Psr regionale ad hoc nel bilancio del Veneto. In attesa della diffusione degli insetti antagonisti del temibile moscerino, ci vorranno due o tre anni.

Preoccupato Stefano Pezzo, presidente di Frutimprese Veneto e produttore di ciliegie con l’azienda Cherry Passion:  “L’unico modo per produrre in maniera sicura è quello di coprire le piante e ciò è fonte di enormi costi che rischiano di far abbandonare lentamente questa importante coltura che ci ha accompagnato da decenni fino ad oggi”.

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