Dalla distribuzione
Verdure surgelate, un decalogo per sfatare luoghi comuni
Dagli aspetti nutritivi alla conservazione, Iias valorizza i prodotti sotto zero
Le fake news colpiscono anche il mondo dei surgelati. Per questo l'Istituto italiano alimenti surgelati (Iias) ha stilato un decalogo con i dieci principali “Good To Know” per fare chiarezza sui dubbi dei consumatori e sfatare i “falsi miti” più comuni che ancora circolano.
I consumi, per i prodotti sotto zero, vanno bene: quasi un italiano su due li mangia almeno una volta a settimana, ma nonostante questo ci sono ancora aspetti che i consumatori ignorano e che potrebbero favorire un ulteriore incremento degli acquisti. Nel 2017 sono state acquistate complessivamente circa 841.500 tonnellate di prodotti surgelati, con performance al top per l'ittico (+5% vs. il 2016), le pizze (+2,1%) e i vegetali (+1,8%).
Nell'indagine che Doxa ha realizzato per Iias, emerge come tra i consumatori abituali ci siano gli uomini (sono il 48,9%) e in generale gli under 54 (con un picco di consumi del 53,1% nella fascia d’età 35-54). Il decalogo è stato presentato ieri a Milano dal presidente Iias Vittorio Gagliardi, insieme a Massimiliano Dona, (presidente Unione nazionale consumatori), Giorgio Donegani (tecnologo alimentare) e Paolo Colombo (ricercatore Doxa). Ecco il decalogo, con alcuni spunti interessanti per impostare anche una comunicazione più incisiva sul punto vendita.
I consumi, per i prodotti sotto zero, vanno bene: quasi un italiano su due li mangia almeno una volta a settimana, ma nonostante questo ci sono ancora aspetti che i consumatori ignorano e che potrebbero favorire un ulteriore incremento degli acquisti. Nel 2017 sono state acquistate complessivamente circa 841.500 tonnellate di prodotti surgelati, con performance al top per l'ittico (+5% vs. il 2016), le pizze (+2,1%) e i vegetali (+1,8%).
Nell'indagine che Doxa ha realizzato per Iias, emerge come tra i consumatori abituali ci siano gli uomini (sono il 48,9%) e in generale gli under 54 (con un picco di consumi del 53,1% nella fascia d’età 35-54). Il decalogo è stato presentato ieri a Milano dal presidente Iias Vittorio Gagliardi, insieme a Massimiliano Dona, (presidente Unione nazionale consumatori), Giorgio Donegani (tecnologo alimentare) e Paolo Colombo (ricercatore Doxa). Ecco il decalogo, con alcuni spunti interessanti per impostare anche una comunicazione più incisiva sul punto vendita.
#1 “Congelato” e “surgelato” non sono la stessa cosa. Secondo l’indagine Doxa/Iias circa 1 italiano su 3 dichiara di sapere che “surgelato e congelato non sono sinonimi”, pur non conoscendo bene le differenze. Sono prevalentemente i giovani e le donne ad avere le idee più confuse, affermando che “surgelato e congelato sono la stessa cosa” (il 16,2% degli under 35 e l’11,5% delle donne vs. 8,7% del totale Italia). “I cibi congelati - spiega Vittorio Gagliardi, presidente Iias - sono cibi portati a temperature tra i -7°C e i -12°C (che per il pesce e la carne arrivano a -18°C) e conservati a temperature tra i -10°C e i -30°C. Al momento dello scongelamento, questi prodotti sono soggetti a una parziale perdita dei valori nutritivi e organolettici. I prodotti surgelati, invece, subiscono un congelamento ultra rapido ed efficiente, in cui i cibi raggiungono in brevissimo tempo i -18°C. Proprio la rapidità di raffreddamento determina la formazione di micro-cristalli di acqua che non danneggiano la struttura biologica degli alimenti, lasciando nel prodotto pressoché intatte le proprietà nutrizionali”.
#2 A casa non si può “surgelare”. Ma il 43,5% degli Italiani non lo sa … e sono sempre in prevalenza le donne (48,9%) a mostrare questa lacuna. La surgelazione, infatti, è una tecnica prettamente industriale. A livello domestico è possibile solo congelare. Non bisogna dimenticare, però, che le qualità organolettiche e nutrizionali di un cibo congelato sono inferiori rispetto a quelle del surgelato, che invece conserva a pieno le caratteristiche originali, la struttura e il sapore del prodotto fresco.
#3 Scongelare un prodotto surgelato a temperatura ambiente è sconsigliato. Eppure il 45,5% del campione intervistato dalla ricerca Doxa/IIAS è ancora convinto del contrario.
#4 Un prodotto scongelato può essere ricongelato ad una sola condizione: che venga prima cotto. In realtà, 9 Italiani su 10 sembrano ignorare totalmente questa eccezione.
#5 Leggere e rispettare le indicazioni riportate in etichetta è indispensabile per un corretto uso e consumo dei prodotti surgelati.
#6 I surgelati non contengono conservanti aggiunti ai fini della conservazione. Il 66% degli italiani ne è al corrente, perché sa che basta il freddo a garantire la lunga conservazione dei cibi. Ma per oltre 1 italiano su 4 non è così (26% del campione, che pensa invece che i prodotti surgelati siano pieni di conservanti aggiunti).
#7 Le verdure surgelate sono analoghe a quelle fresche in termini di vitamine e nutrienti. Sugli aspetti nutrizionali, gli italiani hanno ancora molto da imparare: 7 su 10 credono che le verdure surgelate siano meno ricche di nutrienti e vitamine rispetto a quelle fresche; percentuale ancor più alta tra gli under 35 (74,3%). In realtà, se non si dispone di un orto nel quale coltivare gli ortaggi, per poi coglierli e cucinarli nel giro di poche ore o al massimo di un paio di giorni, risulta sempre più difficile esser certi dell’effettiva freschezza degli alimenti, perché alcune vitamine, di fatto, si distruggono nell’arco di breve tempo. I prodotti surgelati, invece, sono paragonabili ai “freschi” proprio perché passano solo poche ore dal momento della raccolta a quello della surgelazione degli alimenti. Le verdure surgelate conservano al meglio non solo le caratteristiche organolettiche e nutrizionali (vitamine, proteine e carboidrati), ma anche la stessa struttura e il sapore dei prodotti “freschi” originali, fino alla data di scadenza.
#8 Il pesce fresco e quello surgelato hanno lo stesso valore nutritivo. Lo sanno 4 italiani su 10. Le proprietà nutrizionali dei due prodotti, infatti, sono identiche.
#9 I prodotti ittici surgelati sono sicuri al 100%. E su questo punto anche i consumatori sembrano non avere dubbi. La ricerca Doxa/Iias mostra che ben il 37,8% del campione intervistato ritiene il pesce surgelato più sicuro di quello fresco (vs. il 27,2% che lo ritiene meno sicuro, mentre il circa 26% li considera equivalenti).
#10 Nei ristoranti, la presenza di un prodotto surgelato/congelato deve obbligatoriamente essere indicata all’interno del menù tramite un “asterisco”. In merito a prodotti surgelati e consumo “fuori casa”, la nostra penisola mostra ancora una volta posizioni contrastanti: poco meno di 1 italiano su 2 (47,3%) considera la presenza dell’asterisco nei menù un’informazione inutile. Non a caso, il 39,3% sostiene che se vuol mangiare un prodotto al ristorante, lo prende anche se surgelato. Di contro, però, poco più della metà degli intervistati (52,7%) reputa la presenza dell’asterisco un’informazione utile e che spesso condiziona negativamente le proprie scelte dei cibi.
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