«La nostra credibilità non si tocca»

Lavoro nero in Trentino, Dalpiaz (Assomela): «Casi isolati ed esterni al nostro mondo»

«La nostra credibilità non si tocca»
Il Trentino Alto Adige ha gli anticorpi giusti per contrastare i casi - isolati - di lavoro nero nei frutteti. Il percorso virtuoso intrapreso sul territorio ha portato negli anni a un sistema capace di accogliere i lavoratori stagionali ed è alta l'attenzione delle aziende frutticole verso la legalità. Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela, spiega a Italiafruit che i casi di lavoratori irregolari riscontrati durante le recenti operazioni della Guardia di Finanza (clicca qui per leggere l'articolo) sono episodi circoscritti, ma soprattutto riferiti ad agenzie di mediazione e personaggi esterni al sistema del Trentino Alto Adige.



"Quest'anno la Guardia di Finanza ha deciso di rafforzare il sistema dei controlli sul nostro territorio - osserva Dalpiaz - E' un bene aver riscontrato questi problemi nel momento del loro nascere: il sistema territoriale avrà modo di sterilizzarli. Il mondo imprenditoriale, sindacale e associativo ha comunque avuto una reazione immediata e preoccupata: le agenzie di intermediazione che hanno fornito manodopera irregolare alle aziende non sono di Trento e Bolzano. Questo l'elemento base emerso dalla vicenda, comunque circoscritta ad alcuni casi isolati: c'è chi ha provato ad inserirsi nel mercato del lavoro del Trentino Alto Adige, magari provando ad approfittare di specifiche situazioni di debolezza e cercando di eludere la legge. Ma il rispetto delle regole e dei lavoratori è un nostro elemento competitivo, la nostra credibilità non si tocca".

E' importante analizzare quanto successo anche alla luce dei numeri che riguardano il lavoro stagionale in agricoltura. In Trentino Alto Adige lavorano ogni anno circa 50mila addetti stagionali in frutticoltura e viticoltura, impegnati nelle operazioni di potatura, diradamento e prevalentemente raccolta e i casi d'irregolarità scoperti dalle Fiamme Gialle durante la vendemmia e la campagna di raccolta delle mele sono stati un centinaio.



"Il nostro sistema di accoglienza è estremamente raffinato, frutto di un lungo percorso che ha coinvolto tutte le parti in causa: oggi siamo un modello - afferma Alessandro Dalpiaz - Le aziende frutticole sono dotate di locali adeguati per ospitare i lavoratori stagionali. E poi ci sono magnifiche storie di integrazione da raccontare - conclude il direttore di Assomela - con famiglie che ospitano gli stessi raccoglitori da 15 o 20 anni, con rapporti consolidati nel tempo che valicano i soli aspetti lavorativi".

Il sistema dei consorzi frutticoli e dei sindacati agricoli ha stigmatizzato queste situazioni, ricordando a tutti che questi comportamenti, oltreché pesantemente sanzionati a norma di legge, sono inaccettabili per una collettività di agricoltori che fanno dell'ospitalità un valore base. I consorzi ortofrutticoli si sono già attivati per verificare la presenza nella propria base associativa di aziende coinvolte nel problema e prendere eventuali contromisure adeguate per circoscrivere e fermare il fenomeno.

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