Mirtillo, le prospettive dell’oro blu

Mirtillo, le prospettive dell’oro blu
A livello globale il mirtillo è il piccolo frutto in più rapida ascesa; per questo mercato in costante espansione il Trentino è un player importante a livello nazionale. È partita da questi presupposti la conferenza europea “Blueberry”, organizzata dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con Consorzio Innovazione Frutta e Cooperativa Sant’Orsola. Dopo il saluto del presidente della Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè, alla giornata odierna di martedì partecipato 170 operatori della filiera con quattro sessioni su breeding e orticoltura, genetica e genomica, qualità e difesa. Ieri il focus è stato invece tecnico-commerciale con rappresentanti della grande distribuzione e del mondo tecnico e produttivo.

Il congresso, promosso nell'ambito del progetto AppleBerry finanziato dalla Provincia autonoma di Trento e ospitato al Grand Hotel Trento, ha sviluppato una panoramica a 360 gradi su una coltura con grandi potenzialità, se si considera che i piccoli frutti nell’ultimo decennio sono stati la categoria di prodotto frutticolo di maggior valore. La produzione trentina di mirtillo, iniziata nei primi anni ’90 con l’introduzione della varietà Brigitta, è aumentata notevolmente nello scorso decennio per arrivare ad oltre 700 tonnellate su circa 86 ettari.

In questo contesto la Fondazione Edmund Mach rappresenta un interlocutore cruciale impegnato nei programmi di miglioramento genetico e in diffuse e puntuali azioni di supporto tecnico e formazione degli agricoltori, studiando breeding, qualità, agronomia, nutrizione e fitopatologia. Tra gli obiettivi principali c’è lo sviluppo di biomarcatori di selezione e analisi diretta di texture, aromi, conservabilità del prodotto e relativa genomica.

“Il mirtillo è un piccolo frutto, ma con grandi potenzialità. Il senso di questo convegno – ha spiegato il presidente Fem Andrea Segrè – è quello di trovare un linguaggio comune tra la ricerca, la produzione e la commercializzazione: siamo orgogliosi di averlo organizzato in collaborazione con Cif e Sant’Orsola, mettendo a fattor comune le nostre conoscenze e mettendo a disposizione il lavoro fatto negli ultimi 15 anni nel settore ‘berries’”.



La giornata di martedì è stata incentrata sugli aspetti scientifici legati al mirtillo con quattro sessioni dedicate alla genetica, al miglioramento, alla qualità, agli aspetti di post-raccolta e trattamenti e, più in generale, ai fattori che possono influire sulla qualità del prodotto. A fare da speaker scienziati provenienti dagli Stati Uniti, Canada, Estonia, Serbia, Olanda, Portogallo, Germania e Norvegia. 

“Il congresso - spiegano gli organizzatori Lara Giongo (Fem), Luca Lovatti (Cif) e Gianluca Savini (Sant’Orsola) - intende affiancare i più recenti risultati della ricerca scientifica internazionale alle innovazioni di processo e ai trend di domanda e di mercato. La qualità sarà sempre più un nodo essenziale per fidelizzare i consumatori, ma anche per orientare il miglioramento genetico-varietale”.



La seconda giornata di mercoledì ha visto gli interventi del direttore di Apot, Alessandro Dalpiaz, del direttore della cooperativa Sant’Orsola, Matteo Bortolini, del direttore del Consorzio Innovazione Frutta, Luca Lovatti e del direttore generale Fem, Sergio Menapace. Ci si è concentrati sugli aspetti di produzione e commercializzazione, discussi in prospettiva macro europea attraverso la partecipazione di esponenti di alcune delle principali organizzazioni coinvolte nel mondo del mirtillo. E' stato discusso lo stato dell'arte della produzione europea, mettendo in luce le dinamiche di mercato e stimolando dibattito e idee su modalità di selezione e innovazione, sul fronte degli imballaggi e sugli aspetti legati al vivaismo.

Fonte: Ufficio stampa Fem