Fichi di Cosenza, la visione di filiera aiuta lo sviluppo

In Calabria sarà avviata la produzione delle prime piante certificate di Dottato Bianco

Fichi di Cosenza, la visione di filiera aiuta lo sviluppo
Da piccola produzione familiare a realtà importante. Una realtà che fa filiera e si pone come esempio anche per altre colture della Calabria. Stiamo parlando dei Fichi di Cosenza Dop che, da quando nel 2011 hanno ricevuto il riconoscimento europeo, hanno cambiato marcia imboccando la strada della valorizzazione. E il Consorzio Fico Essiccato del Cosentino guarda ancora avanti: all'orizzonte nuove azioni di promozione e comarketing per garantire al frutto un ulteriore sviluppo.
Anche di questo si è parlato venerdì scorso a Bisignano - dove ha sede il Consorzio - nel convegno “I fichi di Cosenza Dop: storie, evoluzione, prospettive”, promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltori Calabria Nord.

L'appuntamento ha riunito la filiera dei Fichi di Cosenza e ha richiamato anche rappresentanti istituzionali, come il presidente della Regione Calabria, Mario Olivero. Il messaggio è chiaro: fare squadra, perché un prodotto tradizionale come il fico essiccato - anche grazie alla Dop - può essere un volano di sviluppo per l'agricoltura territoriale e un'opportunità per giovani aziende agricole.



"La Dop - ricorda il presidente del Consorzio, Angelo Rosa - è riferita ai frutti essiccati di fico domestico Ficus carica sativa, appartenenti alla varietà Dottato, che nella zona di produzione allo stato fresco si presentano di forma ovoidale, tendente al globoso, l’ostiolo è per lo più semiaperto, circondato da anello verde che con la maturazione tende sempre più al marrone".

"L'esperienza del fico - ha detto invece il governatore della Calabria - è una prova concreta del fatto che investendo sui prodotti tipici del nostro territorio con una visione di filiera, governata dalla fase della produzione a quella della trasformazione, è possibile creare valore aggiunto, impresa, ricchezza nella nostra regione e ridare vitalità ed economia positiva al nostro territorio. La filiera del fico - ha aggiunto Olivero - deve costituire un punto di riferimento, perché tempo fa si trattava di una produzione domestica, mentre oggi è diventata aziendale. E se oggi c'è un potere espansivo di questo prodotto, lo si deve alla coraggiosa determinazione di chi ha creduto nelle potenzialità del prodotto, non nel momento della sua riscoperta, ma nella congiuntura difficile di qualche decennio fa, quando non si puntava sulla qualità e sulla tipicità. Il fico dunque - ha rimarcato il presidente - è un modello per il futuro. Stiamo lavorando per far emergere le ricchezze dei nostri territori, tutti a forte vocazione agricola, e per farne un'opportunità di crescita economica di questa regione. Ci stiamo adoperando in maniera particolare per combinare le potenzialità dei diversi settori produttivi della nostra regione: le peculiarità dell'agricoltura, le potenzialità del turismo in Calabria e la domanda di cibo sano e di un'alimentazione corretta. E in questo la nostra regione, prima in Italia ad aver vietato l'uso del glifosato in agricoltura, e seconda nella produzione biologica, può certamente trovare la strada vincente. Il tutto deve passare per la certificazione della qualità e deve puntare al giusto prezzo delle produzioni. Il ritorno alla filiera del fico rappresenta una grande opportunità per gli stessi giovani calabresi".

Durante il convegno si sono accesi i riflettori sulla sinergia pubblico-privato avviata su questa filiera. "Abbiamo emanato la legge regionale a tutela della biodiversità ed il fico rappresenta una biodiversità da conservare - ha ricordato il Consigliere regionale delegato all'Agricoltura Mauro D'Acri - Voglio sottolineare il ruolo importante dell'Arsac, il nostro ente strumentale e ritengo che quello del fico sia un esempio in cui pubblico e privato si mettono insieme e lavorano bene. Ricordo che le risorse pubbliche sono una grande opportunità, soprattutto per quanto riguarda il campo della ricerca, ma il Psr finanzia anche la promozione delle filiere. In questo momento storico stiamo raccogliendo i frutti di quattro anni di lavoro - ha precisato D'Acri - Quattro anni fa la stampa diceva che la Calabria rimandava indietro i fondi europei. Abbiamo prima cercato di contenere i danni e poi ci siamo riposizionati, in agricoltura abbiamo raggiunto l'N+3 in netto anticipo e oggi puntiamo molto sul ricambio generazionale".



La settimana scorsa è stato poi avviato il primo protocollo tecnico di certificazione genetico/sanitaria di piante di fico nel bacino del Mediterraneo grazie alla Camera di Commercio di Cosenza. Con tale attività sarà avviata la produzione delle prime piante certificate (con qualità al di sopra dei requisiti fitosanitari minimi richiesti dalla normativa internazionale) di Dottato Bianco di Cosenza, prima varietà ad usufruire del prestigioso riconoscimento.

“Un traguardo che avrà ricadute importanti sull’economia del territorio con una crescita potenziale in termini di produzione e identità, rafforzando il marchio Fico Dottato Bianco di Cosenza Dop. Una grande soddisfazione per il risultato ottenuto”, afferma il presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Klaus Algieri.

La certificazione volontaria in relazione al fico è stata predisposta dal gruppo di lavoro costituito dal Centro di ricerca sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia”, Sinagri spin-off dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr Uos-Bari.
Importante, inoltre, è stato il ruolo del Consorzio Fico Essiccato del Cosentino e dell’Arsac Calabria che ha coadiuvato le attività di campo e parteciperà in modo attivo attraverso la costituzione dei primi campi di piante madri, per la rapida moltiplicazione degli elementi sanitariamente migliorati che ora aspettano solo di essere utilizzati dagli agricoltori.

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